• dicembre: 2025
    L M M G V S D
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    293031  
  • Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi per e-mail.

    Unisciti a 874 altri iscritti
  • Statistiche del Blog

    • 670.254 hits
  • Traduci

Cancro e obesità: rischio maggiore nella donna


2017_wcd_internal_banner.pngSconfiggere il cancro. Piacerebbe a tutti liberarsi da questo incubo che, in un modo o nell’altro, in un tempo o in un altro, finisce col toccare tutte le famiglie. In occasione della Giornata mondiale del cancro di domani, 4 febbraio, il Cancer Research del Regno Unito ha diffuso le previsioni epidemiologiche dei tassi di diffusione della malattia oncologica nei prossimi 20 anni. Cosa ne emerge?

La prevenzione è ancora il modo migliore per tenersi lontani dal cancro. In particolare nella donna. Dato che, avanti di questo passo, secondo gli studi previsionali, gli stili di vita saranno ancora i maggiori responsabili della “bomba a tempo” oncologica  dei prossimi decenni. Le donne rischieranno di ammalarsi sei volte più degli uomini a causa dell’obesità.  Nella prospettiva che i due terzi degli adulti saranno in sovrappeso e obesi.

Se è vero che i tassi di obesità sono più alti negli uomini che nelle donne, diversi tumori femminili hanno una stretta relazione con l’aumento di peso, in particolare il cancro al seno, all’utero e quello ovarico. Sempre nelle donne, altrettanto dicasi per un altro fattore di  rischio evitabile: il fumo. Tenuto conto che la diffusione massiva del fumo tra le donne, anche tra le giovanissime, è recente, gli effetti deleteri sulla salute stanno emergendo ora e proseguiranno negli anni a venire.

In sintesi, la buona notizia: per scongiurare le previsioni epidemiologiche del cancro dei prossimi 20 anni, le donne dovrebbero tenersi lontani dall’obesità e dal fumo. Comportamenti e rischi del resto evitabili e rimediabili.

Women’s cancer rates rising faster than men’s

 

La scienza della magia


magiaokokok002Come ho avuto modo di dire e scrivere altre volte, la psicologia, le scienze cognitive e le neuroscienze stanno da alcuni anni studiando la magia (nel senso di prestigiazione, illusionismo, mentalismo) in quanto miniera di conoscenze sugli inganni della mente. La magia è di fatto, oltre che forma di spettacolo antica quanto l’uomo, una scienza empirica. Una scienza che, per tentativi ed errori, utilizza trucchi ed espedienti per ingannare e manipolare la percezione, la memoria, le emozioni.

Si tratta di trucchi ed espedienti che costituiscono un vero e proprio corpo di test proiettivi, oltre che percettivo-cognitivi. Un corpo di test sviluppato non in laboratorio, ma bensì nella vita reale, nell’arco di secoli. Ecco dunque che oggi, psicologi, psichiatri e neuroscienziati, che magari sono allo stesso tempo prestigiatori professionisti, o cultori della materia, si fanno promotori di una neonata “scienza della magia”. Più nell’area anglo-america che non europea o italiana. Anche se pure in Italia la disciplina viene seguita da alcuni psicologi e psichiatri, esperti o addirittura praticanti di illusionismo.

A tal proposito, ecco quanto scrivono gli psicologi e ricercatori francesi Cyril Thomas e André Didierjean nel loro articolo “La magia in laboratorio” pubblicato dal numero di questo mese (gennaio 2017) della rivista “Mente & Cervello”: «Il mago può manipolare alcuni processi cognitivi molto simili a quelli che i ricercatori hanno evidenziato. Ma il mondo della magia offre probabilmente un terreno di gioco molto più ampio, ricco e complesso di quello già esplorato. Siamo certi che lo studio approfondito dei trucchi più moderni porterà alla luce nuovi meccanismi mentali ancora sconosciuti. E siamo anche sicuri che i maghi non abbiano finito di soprenderci…».

Aggiungo di mio che i maghi non hanno di certo finito di sorprenderci, perché, come ho già scritto, la magia è darwiniana, evolutiva. Se è durata così tanto attraverso i secoli, resistendo pure alla magia di altre forme di spettacolo, come ad esempio il cinema, è in ragione del fatto che i maghi utilizzano trucchi ed espedienti vecchi come il mondo, ma nello stesso tempo li attualizzano continuamente e inglobano l’uso di conoscenze scientifiche e delle tecnologie disponibili. Oggi, ad esempio, si fanno illusioni magiche anche con smartphone e tablet. Inoltre, ritengo che lo studio della magia sia molto utile anche per la psicologia dell’inganno, rispetto alla conoscenza di come si mettano in atto truffe, imbrogli e raggiri o, in senso sociologico e di storia e filosofia delle religioni, sui meccanismi culturali e psicologici alla base della formazione delle credenze.

Vedi anche:

La magia funziona perché la coscienza è imperfetta

Psicologia e scienza della magia

Psicologia e scienza della magia: intervista a Gustav Kuhn

Psicologo e mago: a lezione da Anthony Barnhart, in arte Magic Tony

Guardare e non vedere: la cecità attentiva in uno sketch dei Monty Python

Si può derubare con l’ipnosi?


RobbinsNe parla oggi su “Repubblica” il giornalista e scrittore Piero Colaprico: filippini di Milano derubati con tecniche ipnotiche. Tecniche che in realtà non sono ipnosi in senso stretto, ma un insieme di procedure psicologiche che deviano l’attenzione, inducono confusione mentale, aprono le porte alla suggestione e alla manipolazione.

Lo raccontavo proprio una settimana fa a una affollata classe di studenti del secondo anno di psicologia clinica della Cattolica di Milano, ai quali tenevo una lezione sul “cervello illuso”, su invito del loro docente Enrico Molinari. Avevo pure chiesto se qualcuno di loro era stato derubato in pubblico, sulla metro. Una ragazza raccontò che alcuni le si erano accostati nella metro parlandole in inglese e chiedendole informazioni mentre le mostravano una cartina. Un altro, apparentemente indipendente, appena si fermò la metro in stazione, si mise ad urlare che la “stavano derubando”. Fatto sta che tanto l’avvisatore che i tizi che le chiedevano informazioni, si dileguarono in fretta. Con il cellulare della ragazza che “tenevo in mano”.

Sono tecniche di sviamento dell’attenzione e di induzione di stati di suggestione, in cui è più facile essere manipolati, che i prestigiatori e i mentalisti conoscono molto bene.  Lo stesso Colaprico, nel suo articolo, annota:  «le vittime sono incappate in ciò che i mentalisti e i prestigiatori chiamano “rottura dello schema”». Si tratta di un insieme di tecniche di imbroglio e sviamento dell’attenzione (misdirection) che confluiscono nella sottrazione di oggetti, sia di valore che  non (orologi, portafogli, ma pure occhiali) che alcuni prestigiatori specializzati in “pickpocket” utilizzano con il massimo della maestria. Teniamo conto che un ladro, un borsaiolo, può allenarsi ore e ore ogni giorno, sotto la guida di “maestri borsaioli”, maestri nell’arte dell’inganno e della truffa. Quanti di noi si allenano altrettanto per fronteggiare gente simile? Si veda ad esempio quanto un prestigiatore come Apollo Robbins, considerato il massimo esecutore di pickpocket, per fortuna ad uso di spettacolo, mostra durante una conferenza TED (il filmato su Youtube è stato visto da oltre sei milioni di persone). E del resto, tecniche simili, come ho scritto nel mio saggio “Le basi cerebrali e culturali della magia” (Magia, 2015) sono comuni a truffe, inganni e imbrogli.

Uno psichiatra e studioso di tecniche magiche come Matteo Rampin, consulente e docente anche per le forze di polizia, ci ha del resto scritto sopra un intero trattato, assieme ad prestigiatore e funzionario bancario del settore antifrode, Ruben Caris: “Fraudologia. Teoria e tecniche della truffa”. In seguito, lo stesso Rampin, ha rincarato la dose pubblicando:  “Manuale del borseggiatore. Scienza e tecnica del furto con destrezza”. Che si spera sempre non finisca nelle mani sbagliate, tipo i derubatori di filippini.

Che poi i turlupinati e derubati siano soprattutto filippini, potrebbe non essere un caso, ma una scelta 51AF6WI3OVL._SX343_BO1,204,203,200_deliberata. Sulla base di cosa? Una maggiore attitudine delle persone di quella nazionalità a seguire gli ordini, ad adeguarsi alle richieste, ad accondiscendere, in definitiva quella che gli etnologi chiamarono “mentalità coloniale”. Un po’ come accade agli anziani, continuamente vittime di raggiri, truffe e imbrogli, in un mondo che, come cantava Venditti, è sempre più di ladri. Imparare almeno a riconoscere e a difendersi dalle tecniche di manipolazione mentale, tuttavia, non sarebbe male. E neppure così complicato

Per approfondire:

Piero Colaprico, “A me gli occhi e dammi i soldi”. L’ipnotizzatore di colf che spaventa Milano

Fraudologia: imparare a truffare per non essere truffati. Ovvero: l’effetto “nonna di cappuccetto rosso”

The art of misdirection | Apollo Robbins

Solo ansia? Parliamone


ANSIAI pazienti con disturbi d’ansia potrebbero soffrire di una costellazione di condizioni fisiche associate (comorbidità), andando a costituire una vera e propria sindrome denominata ALPIM che comprende l’ansia e quattro domini: mollezza delle giunture, disturbi algici (dolori diffusi), disordini del sistema immunitario e disturbi dell’umore. La prevalenza di questi domini di comorbidità in pazienti con disturbi d’ansia è risultata molto superiore a quella riscontrata nella popolazione generale. Gli autori del lavoro qui sotto citato, avevano precedentemente osservato nell’esperienza clinica e dalla letteratura che esistono correlazioni fra disordini d’ansia e malattie fisiche. Su queste basi hanno definito dei “domini “ in cui le comorbidità esistono all’interno di uno spettro: i pazienti potrebbero esperire un disordine all’interno di un solo dominio fino a disordini  multipli all’interno di più domini.

Il dominio dell’ansia ad esempio include il disturbo di panico, l’ansia generalizzata, la fobia sociale e l’insonnia cronica. Il dominio della lassità include fiacchezza delle articolazioni, prolasso della valvola mitrale, scoliosi, facile formazioni di lividi. Il dominio del dolore comprende la fibromialgia, cefalea cronica, cistite interstiziale, prostatite.ì, intestino irritabile. Nel dominio immunologico rientrano asma, ipotiroidismo, sindrome della stanchezza cronica e rinite allergica. Il dominio dell’umore comprende disordini bipolari, episodi di depressione maggiore e tachifilassi ai medicamenti antidepressivi.

I ricercatori hanno successivamente sviluppato l’ALPIM inventry Questionnaire che è stato smmnistrato a 72 pazienti con disturbi d’ansia dimostrando che la prevalenza delle condizioni comorbide era costantemente più elevata in questo gruppo che nella popolazione generale. La prevalenza della fibromialgia, ad esempio, è stata dell’80,3 % rispetto al 2,1 della popolazione generale e quella dell’intestino irritabile del 76,3 % rispetto al 5,7 della popolazione generale. In sostanza questo articolo convalida le teorie del mio libro “Il  cervello anarchico” confermando che alla base del nostro benessere vi è una corretta impostazione dei flussi emozionali che attraverso la PNEI ( psico-neuro-endocrnino-mmunologia) gestiscono nel bene o nel male il nostro stato di salute.

L’ultimo caso clinico, che è giunto alla mia attenzione in questi giorni, riguarda una donna di 40 anni che dopo il parto del suo secondo bambino ha sviluppato una polmonite recidivante su base autoimmune di difficile diagnosi e gestione terapeutica e solo alla fine della visita ho scoperto, per caso, che la paziente assume da anni due farmaci antidepressivi in quanto sofferente di insonnia cronica per ansia generalizzata. A fianco di questa paziente vi era costantemente il marito per sua ammissione ipocondriaco.

Coplan J. Et al. A novel Anxiety and affective spectrum Disorder of Mind and Body. The ALPIM ( Anxietj – Laxity . Pain –immune Mood ) Sindrome. Apreliminary report  J. Neuropsichiatry clin. Neurosc. 2015 27-93 – 103

La medicina è una scienza?


MicroMega_05-2015_294Tutto il successo della attuale medicina è basato sulle probabilità statistiche, in altre parole, si prende un farmaco di cui si vuole testare la validità e lo si da al 50 % delle persone malate, all’altro 50 % si da un farmaco la cui attività è già dimostrata oppure si somministra un placebo cioè una pillola senza attività farmacologica. Se i risultati sono statisticamente significativi , a favore del farmaco nuovo, questo viene immesso  in commercio. Che questo modo di procedere sia valido lo dimostrano i grandi passi della medicina moderna con il notevole allungamento della vita media. Perché è giusto procedere in questo modo? Semplicemente perché in ogni individuo la malattia può avere un andamento diverso per cui è impossibile prevederne l’evoluzione con esattezza viste le variabilità soggettive ed ambientali.

Anche le guarigioni miracolose fanno parte della casistica generale per cui anche una malattia mortale, in alcuni casi, non porta a morte sia che si vada a Lourdes sia che si stia a casa propria od in un ospedale di periferia. In altre parole, scrive Carlo Rovelli in un illuminante saggio apparso su Micromega del maggio 2015, la medicina ha sempre a che fare con l’incertezza. Facciamo un esempio illuminante se a 500 persone ammalate di polmonite noi somministriamo la penicillina 499 guariranno ed una morirà. Se ad altre 500, anch’esse ammalate di polmonite, invece somministriamo acqua e zucchero 495 moriranno e 5 sopravviveranno. Quindi se una persona è lucida e si ammala di polmonite  priviligerà la cura con penicillina invece che quella con acqua e zucchero. La  decisione pertanto  di prendere la penicillina è basata su una intelligente gestione dell’incertezza.

Fino a non molti anni fa i medici invece si basavano sul caso clinico e sulla loro esperienza diretta per cui se alla somministrazione di un farmaco seguiva la guarigione si convincevano che quel farmaco guariva quella malattia per cui il risultato era un grande uso di pratiche terapeutiche inutili. Classico esempio fu quello dei salassi o dell’uso delle sanguisughe ai primi del ‘900 in quanto, se si osservava una guarigione da salasso, si attribuiva al salasso proprietà guaritrici e quindi si proponeva il salasso a tutti senza rendersi conto che si trattava di guarigioni spontanee e del tutto casuali come sempre avviene. Lo stesso modo di procedere avviene per quelli che si affidano all’omeopatia o ai viaggi Lourdes le cui guarigioni sono del tutto casuali. Da qualche tempo, su internet, è comparsa la terapia della artemisina, una pianta con attività antimalarica, come valida nella cura delle neoplasie. Anche in questo caso è successo che in alcuni casi si sarà  osservata una guarigione del tutto casuale durante la somministrazione di artemisina e si è ascritta a questa pianta attività antitumorale. Purtroppo l’artemisina non è una cura contro il cancro e l’unico vantaggio nell’assumerla è quello che non fa male e costa poco se poi qualcuno risponde come potenziamento dell’effetto placebo che ben venga anche l’artemisina. Stiamo però attenti, nella gestione dell’incertezza, a  non privilegiare l’artemisina a terapie più consolidate.

Come e quanto è stato visto Neurobioblog nel 2014


I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 24.000 volte in 2014. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 9 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.