Ne parla oggi su “Repubblica” il giornalista e scrittore Piero Colaprico: filippini di Milano derubati con tecniche ipnotiche. Tecniche che in realtà non sono ipnosi in senso stretto, ma un insieme di procedure psicologiche che deviano l’attenzione, inducono confusione mentale, aprono le porte alla suggestione e alla manipolazione.
Lo raccontavo proprio una settimana fa a una affollata classe di studenti del secondo anno di psicologia clinica della Cattolica di Milano, ai quali tenevo una lezione sul “cervello illuso”, su invito del loro docente Enrico Molinari. Avevo pure chiesto se qualcuno di loro era stato derubato in pubblico, sulla metro. Una ragazza raccontò che alcuni le si erano accostati nella metro parlandole in inglese e chiedendole informazioni mentre le mostravano una cartina. Un altro, apparentemente indipendente, appena si fermò la metro in stazione, si mise ad urlare che la “stavano derubando”. Fatto sta che tanto l’avvisatore che i tizi che le chiedevano informazioni, si dileguarono in fretta. Con il cellulare della ragazza che “tenevo in mano”.
Sono tecniche di sviamento dell’attenzione e di induzione di stati di suggestione, in cui è più facile essere manipolati, che i prestigiatori e i mentalisti conoscono molto bene. Lo stesso Colaprico, nel suo articolo, annota: «le vittime sono incappate in ciò che i mentalisti e i prestigiatori chiamano “rottura dello schema”». Si tratta di un insieme di tecniche di imbroglio e sviamento dell’attenzione (misdirection) che confluiscono nella sottrazione di oggetti, sia di valore che non (orologi, portafogli, ma pure occhiali) che alcuni prestigiatori specializzati in “pickpocket” utilizzano con il massimo della maestria. Teniamo conto che un ladro, un borsaiolo, può allenarsi ore e ore ogni giorno, sotto la guida di “maestri borsaioli”, maestri nell’arte dell’inganno e della truffa. Quanti di noi si allenano altrettanto per fronteggiare gente simile? Si veda ad esempio quanto un prestigiatore come Apollo Robbins, considerato il massimo esecutore di pickpocket, per fortuna ad uso di spettacolo, mostra durante una conferenza TED (il filmato su Youtube è stato visto da oltre sei milioni di persone). E del resto, tecniche simili, come ho scritto nel mio saggio “Le basi cerebrali e culturali della magia” (Magia, 2015) sono comuni a truffe, inganni e imbrogli.
Uno psichiatra e studioso di tecniche magiche come Matteo Rampin, consulente e docente anche per le forze di polizia, ci ha del resto scritto sopra un intero trattato, assieme ad prestigiatore e funzionario bancario del settore antifrode, Ruben Caris: “Fraudologia. Teoria e tecniche della truffa”. In seguito, lo stesso Rampin, ha rincarato la dose pubblicando: “Manuale del borseggiatore. Scienza e tecnica del furto con destrezza”. Che si spera sempre non finisca nelle mani sbagliate, tipo i derubatori di filippini.
Che poi i turlupinati e derubati siano soprattutto filippini, potrebbe non essere un caso, ma una scelta deliberata. Sulla base di cosa? Una maggiore attitudine delle persone di quella nazionalità a seguire gli ordini, ad adeguarsi alle richieste, ad accondiscendere, in definitiva quella che gli etnologi chiamarono “mentalità coloniale”. Un po’ come accade agli anziani, continuamente vittime di raggiri, truffe e imbrogli, in un mondo che, come cantava Venditti, è sempre più di ladri. Imparare almeno a riconoscere e a difendersi dalle tecniche di manipolazione mentale, tuttavia, non sarebbe male. E neppure così complicato
Per approfondire:
Piero Colaprico, “A me gli occhi e dammi i soldi”. L’ipnotizzatore di colf che spaventa Milano
The art of misdirection | Apollo Robbins
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L’ha ribloggato su Simonetta Giunchie ha commentato:
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