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Il futuro della mente di Michio Kaku


The_Future_of_the_MindLa macchina del tempo esiste. E’ la mente. Può viaggiare nel passato e nel futuro. Prova ne sia tutta la produzione artistica, letteraria, cinematografica, fumettistica e di videogiochi continuamente realizzata. Esce oggi, acquistabile con il mensile Le scienze, l’edizione italiana di The Future of The Mind (Il futuro della mente) del fisico e divulgatore scientifico Michio Kaku. Un viaggio attraverso il tempo del cervello, della mente e della coscienza, per conoscere quanto sappiamo oggi e quanto sapremo negli anni a venire sulle nostre realtà interiori. Pur con qualche imperfezione ed eccesso di ottimismo nel futuro, il volume di Kaku è, come tutti gli altri suoi precedenti, di piacevole lettura, ricchissimo di informazioni, e stimolatore di idee.

Le neuroscienze? Sono ancora primitive

“Allo stato attuale, le neuroscienze sono ancora a uno stadio piuttosto primitivo: gli scienziati possono leggere e registrare pensieri elementari dal cervello di una persona viva, censire qualche ricordo, collegare il cervello a bracci meccanici, abilitare pazienti immobilizzati al controllo di macchine, silenziare specifiche regioni del cervello attraverso il magnetismo e identificare quelle responsabili dei disturbi mentali”.

“Nei prossimi decenni, tuttavia, il potere delle neuroscienze potrebbe diventare esplosivo: oggi la ricerca è sulla soglia di nuove scoperte scientifiche che, con ogni probabilità, ci lasceranno senza fiato. Un giorno potremmo controllare gli oggetti intorno a noi con la forza della nostra mente, downlodare i ricordi, curare le malattie mentali, potenziare la nostra intelligenza, comprendere il cervello neurone per neurone, crearne copie di backup e comunicare tra noi per via telepatica. Il mondo del futuro sarà il mondo della mente”.

Esagerazioni? Fantascienza? Fino ad un certo punto. Augurandoci che la famosa idea di progresso – scientifico, tecnologico, sociale – possa sempre proseguire in avanti.

Michio Kaku, come altri che scrivono e ricercano nel campo delle neuroscienze, è stato direttamente colpito dalla sofferenza di chi vede un proprio congiunto spegnersi giorno per giorno, dal punto di vista cognitivo, a causa dell’Alzheimer. E a maggior ragione si augura, da scienziato, che la ricerca medica possa giungere a interventi preventivi e curativi per malattie neurodegenerative così drammatiche.

“Nel corso degli anni, io stesso ho scoperto che molti tra i miei colleghi e amici hanno dovuto affrontare la malattia mentale nelle rispettive famiglie”.

La mamma di Michio Kaku colpita da Alzheimer

“Neanche la mia è stata risparmiata: parecchi anni fa mia madre è deceduta, dopo aver lottato a lungo contro l’Alzheimer. Fu straziante vederla perdere i suoi ricordi, fino al giorno in cui, guardandola negli occhi, capii che non sapeva chi io fossi. In lei ho visto estinguersi lentamente la fiamma di ciò che ci rende umani. Aveva faticato una vita per crescere la sua famiglia e, invece di godersi la vecchiaia, i ricordi più cari le venivano sottratti”.

Studiare il cervello è una delle avventure intellettuali più entusiasmanti. Tutti ce ne rendiamo conto. Ma lo è ancora di più se un giorno potremo consentire che un anziano possa vivere fino alla fine dei suoi giorni sulla terra con quello stesso cervello che gli ha permesso di invecchiare, svolgere la sua vita, crescere la sua famiglia, lavorare e interagire con i suoi affetti. Studiare il cervello e il sistema nervoso è ancora più appassionante se, oltre alle scoperte di cui tutti siamo curiosi, un giorno potremo dare una risposta terapeutica a tutti coloro che oggi hanno limitazioni e impedimenti dalla sclerosi multipla, dalla sclerosi laterale amiotrofica, e a causa di tutte le malattie croniche e invalidanti del sistema nervoso.

La mente: casuale ma comunque eccezionale


Mente_Casuale_coverEcco un libro che cerca di demistificare il culto del cervello. Nel senso che ci stiamo abituando a trattare la materia pensante ed autocosciente contenuta nel nostro cranio come il prodotto più avanzato e straordinario dell’evoluzione. Convinzione perentoria di David J. Linden, professore di neuroscienze alla Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora, espressa fin dalle prime pagine, è invece che il cervello sia “un ammasso di materia caratterizzato da una conformazione inefficiente, poco elegante, che però funziona”.

Non un prodotto eccezionale come spesso vogliamo raccontarci, ma bensì un agglomerato che, nonostante la propria imperfezione, riesce ad esprime proprietà emergenti e “casuali” come appunto la mente, l’amore, la memoria, i sogni, le credenze religiose. Imboccato il ragionamento delle neuroscienze da quest’altro versante, niente affatto mitologico rispetto al cervello e alle sue funzioni, diviene più agevole leggere ed interpretare tutta una serie di fenomeni che il sistema nervoso centrale non solo non esprime al meglio, ma addirittura palesa al peggio: criminalità, distruttività, malattie mentali, patologie degenerative. La materia cerebrale è tutt’altro che perfetta, ci spiega Linden ma, nonostante ciò, è davvero miracoloso come, nell’arco di esistenze terrene brevi e magari travagliate, riesca a ideare e realizzare cose straordinarie. La nozione del cervello ottimizzato non ci aiuta, in effetti, a comprendere certi fenomeni individuali e sociali che, non a caso, ci lasciano sempre sgomenti e interdetti.

Ogniqualvolta una persona, ragazzo o adulto che sia, imbraccia un’arma automatica e fa una strage, senza apparenti motivi comprensibili, ci chiediamo cosa sia saltato all’interno del suoi neuroni. Ogniqualvolta ci troviamo di fronte ad una persona, familiare o conoscente, colpita da una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, ci chiediamo con angoscia che fine abbia fatto la sua personalità – magari colta ed evoluta fino a pochi anni prima. Come ci insegna Linden, il cervello non è un computer progettato sulla carta per funzionare al meglio, ma bensì il prodotto di tentativi ed errori di milioni di anni di storia evolutiva.

E tali tentativi di farlo funzionare al meglio, sia sul fronte dei comportamenti che della salute, stanno ancora proseguendo. Questo volume spiega con dovizia di esempi tratti dalla ricerca e dalla clinica, accompagnati ad illustrazioni scientifiche, a che punto siamo del lungo percorso. In modo però pacato ed equilibrato, a tratti pure ironico, astenendosi dalle neuromitologie e dall’enfasi. 

La mente casuale. Come l’evoluzione del cervello ci ha dato l’amore, la memoria, i sogni e dio di David J. Linden, Centro Scientifico Editore, Torino 2009, pp. 264 (euro 19,00)

Considerazioni sulla vecchiaia


La vita di un individuo si sviluppa in un’iter evolutivo con interazioni quotidiane dei prodotti genici per cui l’identità di ogni individuo è in continua evoluzione ed è in funzione delle esperienze che ogni soggetto affronta.

Questo è il motivo per cui alla domanda posta al neuroscienziato Edelmann sulla relazione mente e corpo lui ha risposto che ognuno di noi è un esperimento biologico e quindi anche se ci clonassero non potremmo mai essere uguali a noi stessi proprio per l’impossibilità a ripetere, se clonati, le stesse esperienze. Le probabilità di vita pertanto sono tanto maggiori quanto più si invecchia in quanto se ci sono difetti genetici si scompare prima. Se vivere vuol dire esperimentare se stessi ed il proprio contenuto biologico, quanto più vivo tanto più mi esperimento

Nella nuova idea del benessere come dice Ivan Cavicchi il corpo è parte integrante della identità della persona, oggi dovremmo parlare non di corpo che si ha ma di corpo che si è. Il benessere del corpo, dice sempre Ivan Cavicchi è rispetto della sua dignità biologica ed in una nuova cultura del benessere il corpo da oggetto diventa soggetto ed in quanto tale rivendica di accrescere le sue capacità  proprio attraverso la bionica, la biotecnologia e l’ingegneria genetica, cercando sempre un migliore adattamento all’ambiente e superando gli eventuali handicap.

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Dualismo mente-corpo


Traffico cerebrale

Le reti neuronali del cervello umano  sono composte da una serie di hub molto trafficati che  funzionano come punto di snodo dei segnali nervosi. E’ quanto emerge da un esame del connettoma, la prima mappa ad alta risoluzione delle connessioni cerebrali, presentata in anteprima da  Plos Biology.
Frutto di una collaborazione fra scienziati svizzeri e statunitensi, il connettoma è stato realizzato con la risonanza magnetica a diffusione. Questa tecnica di imaging non invasiva è in grado di stimare le traiettorie delle fibre nervose usando le mappe di diffusione delle molecole d’acqua nei tessuti cerebrali.
Dall’esame delle fotografie della corteccia cerebrale di 5 volontari in buona salute è emersa l’esistenza di una struttura centrale ad alta concentrazione di punti di raccordo attraversati da un grande numero di assoni, il prolungamento dei neuroni. Questa struttura centrale si trova a cavallo dei due emisferi cerebrali nella parte posteriore del cervello. Gli scienziati ipotizzano che la sua funzione sia simile a quella di un processore centrale, che integra i segnali di milioni di neuroni.
Siamo arrivati con questo  alla scoperta della MENTE ?

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