Di recente, a Padova, nell’aula magna dell’Università titolata a Galileo Galilei, si è tenuto, organizzato dalla Solgar, un convegno di grande prestigio, sulla longevità, orientato su coinvolgimento genetico, stile di vita e strategie nutrizionali per vivere più a lungo.
Il dato paradossale emerso dalla prima relazione è quello che nel 2024 gli obesi nel mondo occidentale supereranno i 600 milioni di persone. Si tratta di una vera e propria epidemia, incontrollabile. D’altra parte ovunque ci si giri l’offerta di cibo è diventata la vera pandemia. Un piccolo esempio: uscito dal convegno e recatomi alla stazione ferroviaria, nel bistrò annesso, l’offerta di cibo era imbarazzante, montagne di pacchi di biscotti disseminati sui tavoli, una vetrina con pizze succulente era adiacente al bancone del bar e, personalmente, alle cinque del pomeriggio, ho fatto fatica a non addentare una brioche salata farcita di prosciutto crudo e mozzarella che occhieggiava dalla vetrinetta mente attendevo il mio austero caffè lungo.
Il paradosso era che la relazione più prestigiosa la aveva tenuta, nel pomeriggio, il prof. Miguel Martinez Gonzalez ed il focus dei suoi studi, che coinvolgevano oltre venti istituzioni in Spagna, era sulla “restrizione calorica” ed i suoi vantaggi in termine di longevità, se incentrati sulla dieta mediterranea.
Con enorme soddisfazione mia e del coblogger Pierangelo Garzia con cui pubblicammo Mitocondrio mon amour nel 2015, le relazioni incentrate sul mitocondrio hanno confermato l’importanza di questo batterio nel mantenerci giovani se ci impegnamo in una moderata attività fisica, almeno due ore e mezza alla settimana di cammino veloce. Il mitocondrio inoltre è da anni l’oggetto delle ricerche del rettore dell’Università di Padova, prof. Rosario Rizzuto, che, con tecniche di fluorescenza è riuscito a dimostrare la fondamentale importanza di questo batterio per la vita e la nutrizione della cellula.
Concludendo dopo otto ore di relazioni prestigiose, i marker di lunga sopravvivenza e buona qualità di vita sono risultati tre: fitness moderato, dieta mediterranea modificata ad un basso indice glicemico e restrizione calorica (20 % in meno rispetto al nostro fabbisogno).
In aggiunta, stante la mia veneranda età, ho chiesto al prof. Giovanni Scapagnini, neuroscienziato di fama internazionale, quali fossero i migliori integratori per la difesa del nostro cervello dall’invecchiamento. La risposta è stata un po’ sofferta come se qualcosa di nuovo fosse in arrivo ma poi ha confermato che le tre sostanze più valide da assumere per mantenere il cervello giovane a tutt’oggi sono: omega tre, curcuma ed omotaurina!
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