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Longevamente


Longevamente 2014OKHo partecipato di recente ad un interessante convegno sulla longevità organizzato da Assomensana, associazione di promozione sociale, finalizzata alla longevità sostenibile. Considerato che nel 2050 la quota di over 80 aumenterà di tre volte  e che Alzheimer e demenza, sopra quella soglia, sono presenti al 20 %, è  evidente che il problema sarà  quello di sostenere un invecchiamento di qualità, che punti a ridurre questa incidenza di patologia. La sintesi della relazione del  prof. Scapagnini è la seguente: se volete invecchiare senza rincoglionire camminate 30 minuti al giorno a passo veloce, seguite una  lieve restrizione calorica, mangiate almeno 4 volte alla settimana pesce azzurro e assumete curcumina fitosomiale in attesa di un particolare estratto di una pianta sudamericana nota come Maquiberry, simile al mirtillo, che lui sta studiando e che pare il più potente antiossidante trovato per ora in natura a base di antocianine. Come pneumologo aggiungerei di non fumare o comunque di smettere entro i 50 anni al fine di non arrivare ad una longevità in compagnia del concentratore di ossigeno. In sostanza i due processi su cui dobbiamo accentrare la nostra attenzione sono lo stress ossidativo e la glicazione. Ogni giorno respiriamo circa 26.000 litri di aria carica di ossigeno e produciamo, come logica conseguenza,  radicali liberi dell’ossigeno che sono dannosi per i nostri tessuti .

Vi è un semplice esame del sangue che tutti noi possiamo fare noto come D Roms che misura i radicali liberi dell’ossigeno ed i cui range sono fra 200 e 250 Unità Caratelli. Questo esame è stato per l’ennesima volta validato dal prof. Luigi Iorio, massimo esperto su questo argomento.  Per mia esperienza un fumatore di circa 20 sigarette al giorno supererà  abbondantemente le 300 unità il che comporta un più precoce invecchiamento dei tessuti ed uno stato infiammatorio cronico delle mucose e dell’endotelio vascolare favorenti la Bpco (Bronco Pneumopatia Cronico Ostruttiva) e l’arteriosclerosi. Un altro esame del sangue semplice,  noto  come Bap,  vi potrà confortare in quanto misura la vostra capacità antiossidante, più sarà elevato e meglio  sarete  nutriti e difesi per il vostro stile di vita. Considerate comunque che il più efficace antiossidante che produce il nostro organismo è il tanto vituperato acido urico e quindi non abbiate fretta ad assumere il super  prescritto  ziloric che,  tra l’altro, può indurre importanti allergie. L’altro processo che è alla base del nostro benessere è la glicazione ossia l’accumulo dei derivati dello zucchero nei nostri tessuti. Noti come AGEs questi derivati dello zucchero possono essere valutati con un particolare esame spettrofotometrico ed anch’essi sono importanti nell’indurre   i processi infiammatori. Considerando che l’infiammazione è alla base di tutte le malattie è evidente che meno AGEs avremo nei nostri tessuti meno infiammati saremo, meno malattie e tumori svilupperemo  e, dato come assunto  che la vecchiaia comporta uno stato infiammatorio cronico, meno vecchi saremo. Se volete conoscere la quantità di AGEs presente nei vostri tessuti rivolgetevi alla dr.ssa Luisella Vigna della Clinica del lavoro di Milano che, da anni, ha la possibilità di eseguire questa semplice misurazione con un particolare strumento.

Per ridurre i derivati dello zucchero il trucco è quello di mangiare cibi a basso indice glicemico e quindi passare dai carboidrati raffinati ai carboidrati integrali, aumentare la quota di legumi, bere moderate quantità di alcool ed evitare i dolci a parte la cioccolata fondente.  Il prof. Moya, nutrizionista e ricercatore basiliano, ha ribadito il concetto che la  dieta mediterranea sia  da considerare,  in assoluto, la migliore dieta  contro l’invecchiamento e secondo questo relatore, molto simpatico ed esuberante, viene confermata l’importanza del tè verde e del resveratrolo come integratori da assumere  praticamente tutta la vita. Interessante la relazione del prof. Francesco Marotta, gastroenterologo e valido ricercatore che ha sviluppato il tema del microbiota ed in particolare di un nuovo esame delle feci noto come coprology test in grado di valutare con molta affidabilità la qualità del microbiota. Su questo argomento stanno crescendo le pubblicazioni scientifiche, in particolare per quanto riguarda la relazione fra microbiota e sistema nervoso centrale.

Considerato che i partecipanti al convegno erano in prevalenza donne, con molta attenzione  è stata seguita  la relazione del ginecologo prof. Genazzani che ha insistito sulla opportunità di ormonoterapia sostitutiva per la fase menopausale.  Perdita della memoria , depressione , secchezza delle mucose, insonnia, vanno combattute con adeguate dosi di ormoni estroprogestinici a dosaggi personalizzati e la novità è la somministrazione di questi ormoni in compresse sublinguali il cui maggiore assorbimento consente la riduzione delle dosi. Proprio pochi giorni fa mi è capitato di visitare una signora di 56 anni che dopo la menopausa ha iniziato a soffrire di asma bronchiale molto aggressiva , diagnosticata come asma post menopausale, il cui trattamento prevede cortisone sistemico ed inalatorio. Molto meglio sarebbe stato mantenerla sotto terapia ormonale sostitutiva a dosaggi controllati. La prof.ssa Costanza Papagno, docente di psicologia all’Università della Bicocca di Milano,  ha spiegato, alla fine della giornata,  come il tanto diffuso minimental test sia da abbandonare e vadano invece somministrati più test in grado di valutare meglio lo stato cognitivo, la visualizzazione spaziale, la memoria di lavoro ecc. La  Papagno  ha concluso la sua relazione insistendo sull’importanza della capacità di ascolto da parte dello psicologo per quanto riguarda la raccolta della storia clinica del paziente o meglio della “persona”  che si intervista.

Tabagismo elettronico: alcune precauzioni…


Il giorno 8 febbraio , a Varese ,  ho coordinato una tavola rotonda dal titolo ” FUMARE o SVAPARE ? ” coordinata dalla Associazione OCTOPUSMED che da anni si occupa di prevenzione sui danni da fumo. Sono intervenuti ; Claudio La Viola , psicologo , Claudio Bonfioli , radiologo , Roberto Boffi , pneumologo e responsabile del Centro antifumo dell’Istituto dei Tumori ,  Fabio Rizzi , anestesista e senatore della Lega ed Antonio Pivetta , giornalista . I dati emersi sono stati molteplici , in particolare che i danni da fumo di tabacco sono responsabili di complesse e diffuse e note patologie i cui costi sociali continuano a crescere stante la attuale longevità a cui i fumatori arrivano decotti , senza fiato , pieni di arteriosclerosi e con rischio sempre  esponenziale di sviluappare un tumore polmonare. La grande novità  , come ha sottolineato il dr. Bonfioli , è rappresentata dalla TAC a spirale che consente di osservare i danni polmonari con grande anticipo rispetto ai sintomi. Per quanto riguarda la sigaretta elettronica è emersa la opportunità di stare attenti alle percentuali di nicotina ed il mio suggerimento è stato quello di usare diluizioni progressivamente ridotte fino  a scendere a  meno di 2 mgr.  di nicotina inalata al giorno , in questo modo si è certi di non subire danni tossici. Per quanto riguarda  i rischi respiratori la mia perplessità è che il glicole propilene miscelato alla glicerina possano causare danni a carico della membrana alveolo capillare  polmonare , trattandosi di sostanze ad elevata viscosità ,  ed a queso proposito sarebbe opportuno che gli svapatori facessero ogni 6 mesi un esame spirometrico completo di transfer alveolo capillare ( noto come DLCO ) unico marker in grado di leggere con precocità i danni della membrana alveolo capillare. E’ un esame semplice che può essere richiesto al proprio medico di famiglia ed eseguito in pochi minuti presso tutti gli ospedali milanesi.

La tavola rotonda è stata interamente  video-registrata ed il file verrà quanto prima pubblicato sul  sito di OCTOPUSMED.

Il ragazzo con i testicoli invertiti


Tanti anni fa verso la fine del pomeriggio di visite  ricevetti una telefonata di un giovane che , senza qualificarsi , mi disse: caro dr. Soresi io avrei tanto bisogno di parlare con Lei ma tanto io so che Lei non mi crederebbe ! Rimasi perplesso dal tenore di questa telefonata e dalla incertezza dell’interlocutore a qualificarsi ed a venire in visita da me. Cercai comunque di essere il più disponibile possibile ma ad un certo punto la telefonata fu interrotta. Dopo circa un mese di nuovo la stessa telefonata con le stesse perplessità a venire in quanto ritenuta inutile la visita , non potendo io sicuramente in alcun modo aiutarlo. Andammo avanti così per circa 6 mesi finché il ragazzo si decise a prendere un appuntamento.Nel tardo pomeriggio entro’ nel mio studio un giovane  mingherlino  di circa 17 anni che dopo essersi seduto mi raccontò dopo molte esitazioni la seguente storia ;  caro dottore , circa un anno fa mentre mi masturbavo i miei testicoli si sono invertiti ! Come invertiti intervenni io il destro è andato a sinistra e viceversa o si sono attorcigliati ? No dottore si sono proprio invertiti e cioè il testicolo destro è andato a sinistra e viceversa , da allora io  ho pura a masturbarmi e vivo in un perenne stato d’angoscia per paura delle conseguenze di questa inversione. Tentai invano di convincere il giovane paziente sulla impossibilità anatomica che questo accidente  potesse realmente essere avvenuto   e suggerii un colloquio da un mio amico psichiatra al fine di capire meglio cosa potesse essere successo nella sua testa durante la masturbazione. Nessun risultato , il ragazzo se ne andò dal mio studio e non ne ebbi più notizie. Mi ricordai allora di quando , studente in un collegio dei Salesiani , ero terrorizzato dalla ripetuta comunicazione del mio insegnante di religione che la masturbazione ci avrebbe fatto uscire il midollo e ridotti come delle amebe…!  Senza bisogno dello psicologo  fui salvato dal mio compagno di giochi  che , molto più scafato di me,  mi dimostrò  concretamente che non sarebbe potuto succedere nulla , anzi !

La fede nel veleno (una storia onco-non-logica )


FedeVelenoNella primavera  del  2011 venne  in visita nel mio studio, a Milano, una sindacalista di Trento, di media età, fumatrice, affetta da tumore polmonare inoperabile che, avendo letto il mio libro “Il cervello anarchico” (Utet 2005), voleva da me alcuni consigli sul come procedere nella terapia impostata all’ospedale di Trento presso il reparto di oncologia .

Le diedi naturalmente alcuni suggerimenti sul come supportare i danni tossici da chemioterapia e successivamente rimasi in contatto con lei ed il suo compagno slavo, Rade. Il decorso della malattia fu tumultuoso e, dopo varie sofferenze, nel luglio 2012 la paziente morì. Il suo compagno, che la assistette amorevolmente durante tutto il periodo della malattia,  ha pubblicato nel gennaio 2013,  un libro dal titolo “La fede nel veleno (una storia onco non logica)” a nome di Rade Ljubisic e Marcella Giuri (la sua compagna deceduta) edito da Curcu e Genovese.

Rispettoso del desiderio di Marcella,  che mi aveva invitato a presentare il mio libro a Trento,  ha organizzato, presso la sala della CGIL,  il 5 febbraio, una serata in cui affiancava al mio, la presentazione del libro suo e di Marcella. Di fronte ad una sala gremita ho sviluppato un discorso che abbracciava il percorso di entrambi i miei due libri avendo nel frattempo pubblicato, con Pierangelo Garzia ed Edoardo Rosati , ” Guarire con la nuova medicina integrata”  (Sperling & Kupfer).

Alla fine della presentazione si è aperto un dibattito molto toccante in quanto in sala c’erano numerose persone malate o guarite di cancro e parenti di persone decedute . Il significato del libro di Rade e Marcella era quello di focalizzare l’attenzione sui danni tossici della chemioterapia , sulla sua inopportunità, talvolta,  ad essere somministrata e sulla importanza da parte dei medici oncologi e di tutta l’équipe di essere supportati psicologicamente, durante il percorso terapeutico, da una assistenza adeguata e competente  che in questo caso clinico sembra essere stata molto deficitaria. Molti degli interventi, da parte del pubblico e dei malati, sono stati centrati su questo argomento e sulla necessità di implementare, sopratutto,  il supporto psicologico da parte delle strutture oncologiche su questi malati. 

Mente e meccanica quantistica


Mi sono imbattuto recentemente in un paio di articoli molto interessanti pubblicati da Wired che descrivono come i sistemi biologici sfruttino i bizzarri principi della meccanica quantistica.

http://www.wired.com/wiredscience/2010/02/quantum-photosynthesis/

http://www.wired.com/wiredscience/2010/07/leafy-green-physics/

In sostanza i due articoli, purtroppo in lingua inglese, raccontano di un esperimento sul processo di fotosintesi condotto dal chimico Greg Engels all’Università del Colorado. Egli ha analizzato il processo con cui i complessi proteici FMO catturano l’energia solare (fotoni) sulla superficie di batteri foto sintetici per poi direzionarla verso le proteine che a loro volta la imbrigliano. Quello che Engels stava cercando erano segnali che le dinamiche quantistiche, e in particolare la coerenza quantistica, fossero coinvolte nel processo.

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Il volo del diavolo


Ho finito di leggere il libro di Simone Goldstein ed Anna Condorelli, due  psicoterapeuti che da anni si occupano di pazienti affetti da neoplasie e li aiutano ad affrontare il difficile percorso delle cure , notoriamente aggressive , che questi pazienti devono affrontare. Il loro intervento è basato sul ridare un senso alla relazione con se stessi e con la malattia evitando di farli manipolare dal terapeuta. Ho collaborato anni fa con Goldstein aprrezzandone l’ intelligenza ed il carisma del suo intervento e recentemente l’ho reincontrato in un convegno a Schio dove ho presentato il mio libro  Il cervello anarchico.

Il loro libro è una ristampa e la sua lettura mi ha messo in difficoltà proprio in relazione al mio comportamento di terapeuta che per anni ha affrontato la difficile tematica del tumore polmonare cercando di proteggere il malato dalla conoscenza della sua malattia e della sua prognosi infausta, quod vitam , aiutato in questo dai parenti che tenacemente si sono sempre opposti a chè il malato conoscesse la propria diagnosi. Proprio su questa manipolazione i due autori sono convinti , in base alla loro esperienza , che è molto meglio per il paziente conoscere la verità in quanto questa conoscenza consentirebbe di attivare quelle risorse e quella speranza che altrimenti non verrebbero  espresse. Il tema è assai complesso ed io rimango dell’ idea che di fronte ad una malattia mortale , a breve termine , sia difficile per il malato tollerarne la conoscenza anche se , in realtà , tutto il procedere terapautico e sintomatico sono da soli espressione di un percorso inequivocabile. Scrivono gli autori : come ben documentato dagli studi sull’effetto  “placebo”, in certe occasioni è una determinata modalità tecnica – comunicativa a fornire potenza e credibilità alla sostanza presentata come farmaco. L’impatto terapeutico , allora , viene prodotto dalla forma che assume la relazione , la quale , per essere efficace , deve assolutamente manifestarsi come espressione congrua di un sistema di convinzioni condivise tra i partecipanti. Queste convinzioni dicono più o meno così : ” quello che sta succedendo in questa interazione produce salute “.

La speranza , scrivono ancora gli autori , in sostanza è la rappresentazione di uno svolgimento positivo per se , futuro , che si alimenta della consapevolezza dei processi attuali e dell’ attenzione alle proprie risorse. Nella speranza non c’è una sottovalutazione del rischio , al contrario c’ è una grande considerazione di questo : la persona ammalata grave che manifesta speranza sa che può perdere la partita , ma non gioca a vincere in un senso solo , sa che questa è una delle possibilità , e non l’ unica. Al contrario di una persona che vive nell’ illusione, la persona che vive nella speranza , accetta la propria situazione e si rende disponile al cambiamento , a lasciare che l’esperienza scorra e che si modifichi , e a considerare le diverse manifestazioni dell’ esistenza come segnali che indichino la  strada  da seguire.           

 Una persona ammalata che non nutre speranza non ha accettato la condizione in cui si trova e ciò   la porta a perdere la gestione dei propri processi . Come può un individuo accettare la propria condizione se quello che fanno attorno a lui , dai familiari ai medici agli amici è tentare di togliergli la possibilità di farsi responsabile di sè , innanzitutto distorcendo la realtà attraverso una manipolazione macchinosa delle informazioni ? Come vedete cari amici  il ragionamento dei due autori non fa una piega ed io mi cospargo il capo di cenere per i miei 30 anni di manipolazioni a fin di bene vissuti con i miei malati nel desiderio di proteggerli dall’ angoscia di morte che inevitabilmente quel tipo di malattia induce.