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Enzo Soresi: io e il metodo Simonton

Simonton_8184993_3041369Qualche giorno fa, con una presentazione molto ristretta , presso un bistrot milanese , Cornelia Kaspar, allieva del dr. Simonton e sua collaboratrice , ha presentato la  sua traduzione italiana del libro dei coniugi  Simonton, edita da Feltrinelli. Personalmente ho avuto l’onore ed il piacere di scrivere l’introduzione a questo libro raccontando come negli anni ’80  venni a conoscenza di questa originale tecnica di supporto al malato neoplastico,  in maniera molto singolare.

“Anni ’80 , ospedale Ca’Granda di Niguarda , Milano. Ero montato di guardia pomeridiana presso il reparto di pneumologia e mi trovavo impegnato nella valutazione dei protocolli terapeutici di oncologia polmonare , quando sentii bussare con energia alla porta dello studio. Aperta la porta mi trovai di fronte un uomo alto , sulla quarantina , avvolto  in uno scuro tabarro ,  che si qualifico come un sociologo cileno di nome Simon Glodstein. Dopo avermi chiesto la disponibilità di almeno un’ora del mio tempo , mi disse che lui , da anni , si era impegnato nel sostegno dei malati neoplastici , lavorando sul loro supporto psicologico , analogamente alle esperienze dei coniugi Simonton. Il motivo della richiesta di consulenza era legato alla mia esperienza sulle neoplasie polmonari ed al fatto che lui , da circa due anni , stava tenendo in vita , a suo dire , con questo tipo di supporto terapeutico , il suocero , portatore di un cancro del polmone inoperabile.  Con estrema accuratezza ricostruii il caso clinico , con tutte le radiografie che Goldstein mi aveva portato. In quegli anni non esistevaancora kla TAC polmonare  e quindi la valutazione radiologica della rispostaai trattamenti terapeutici era più complessa . Effettivamente il paziente in oggetto aveva un tempo di sopravvivenza , riferito ai pazienti affetti da tumore polmonare inoperabile  ed  in trattamento chemioterapico , superiore alla media di almeno tre volte. Le “ cas de cases “  dicono i francesi , nel senso che un caso clinico da solo , non può essere preso in considerazione quando si affronta una verità scientifica.”

Fu in questo modo che venni a conoscenza del metodo elaborato da Carl Simonton e sua moglie per potenziare gli effetti della radio e chemioterapia nei malati neoplastici educandoli in fondo al potenziamento dell’effetto placebo ed a  motivarsi ad una migliore e maggiore sopravvivenza , anche di fronte ad una difficile o impossibile guarigione. Dagli anni ’80 grazie a Simon Goldstein, ho potuto ottenere con alcuni pazienti a lui affidati,  risultati insperati e comunque sempre un aiuto concreto a fare  convivere  meglio i pazienti a lui affidati  con la propria malattia,  indipendentemente dalla sua evoluzione. In anni recenti poi ho conosciuto una persona altrettanto valida , Elena Canavese ,  formatasi alla scuola di Cornelia Kaspar , allieva e collaboratrice dei Simonton . In fondo per un medico oncologo avere la possibilità di aiutare pazienti  critici in senso psicologico o semplicemente più fragili nell’affrontare le terapie ,  rappresenta un notevole aiuto a livello professionale che purtroppo a tutt’oggi non è possibile fornire a livello istituzionale se non in alcune strutture. Il libro , come scrive il dr. Laffranchi nellasua introduzione “offre utili spunti per affrontare il rapporto con altre persone e con le difficoltà della vita , indipendentemente dalle malattie “.

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