L’altra sera mi trovavo in vacanza ad una cena con amici, tutti affermati professionisti, di età avanzata ed avendo appena letto un interessante capitolo su sesso ed aggressività dal libro di Patricia Churchland ho spiegato ai miei commensali come questa neuroscienziata, con grande prudenza, affrontasse il tema della omosessualità attraverso una nuova ricerca condotta da Simon LeVay.
Questo neuroscienziato, già nel 1999, osservando sul tavolo autoptico una serie di cervelli di omosessuali ha trovato che una regione dell’ipotalamo era significativamente più piccola di quella di maschi eterosessuali ed in sostanza più simile a quella che si osserva nel cervello femminile. Questa scoperta presa singolarmente non consente certo di affermare che gay si nasce tuttavia, considerato il ruolo che l’ipotalamo svolge nel comportamento sessuale rendeva plausibile l’ipotesi che essere gay fosse semplicemente il modo di essere di alcune persone. Ricerche più recenti hanno corroborato fortemente questa idea. La scoperta di LeVay è stata un fattore di peso nel determinare un cambiamento nell’atteggiamento culturale verso l’omosessualità, soprattutto nei giovani, ma non solo.
Le leggi contro la sodomia sono cambiate, i padri abbracciano i figli gay e l’ipocrisia di alcuni preti omofobi è venuta allo scoperto quando loro stessi hanno fatto outing. Purtroppo il contesto culturale in cui avevo espresso, documentandole, queste novità scientifiche, non ha minimamente preso in considerazione questa ipotesi e si sono scatenate le più squallide reazioni di rifiuto in generale degli omosessuali in quanto persone da considerare immorali ed al di fuori dalla natura umana che deve essere formata senza ombra di dubbio solo da uomini e donne finalizzati alla procreazione e stop.
Ho chiaramente evitato di approfondire l’argomento in cui avrei dovuto spiegare come i cromosomi xx per la donna ed xy per l’uomo in realtà non siano sempre così bene congegnati trovandosi ad esempio su un maschio ogni 1000 una variante xyy mentre in uno ogni 20.000 è presente la variazione xxyy condizione questa che può portare all’epilessia od all’autismo. Immaginatevi la reazione della tavolata alla spiegazione che, come scrive la Crurchland, la mascolinizzazione del cervello, con l’amento di volume dell’ipotalamo, dopo la prima variabile indotta dal testosterone è definita dall’estradiolo, ormone femminile, e che sono quindi gli ormoni femminile che definiscono la mascolinizzazione!
Filed under: Cervello | Tagged: Gay e neuroscienze |
Rispondi