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Come costruire l’elisir di lunga vita. Intervista a Enzo Nisoli

Decine di articoli. Sia cartacei che online. E’ quanto ha scatenato una ricerca sugli aminoacidi a catena ramificata (in sigla BCAA, Branchedchain amino acids, in pratica leucina, isoleucina e valina) pubblicata dalla rivista scientifica Cell Metabolism. Aminoacidi che, tra l’altro, sono conosciuti, studiati e utlizzati da anni in vari ambiti (da quello sportivo a quello clinico, su pazienti con patologie debilitanti). Si tratta di uno studio multicentrico, realizzato sui ratti, condotto dall’Università di Milano, Pavia, Brescia e Istituto Auxologico di Milano.

In pratica da tale studio si evince che ratti a cui è stata somministrata acqua con una miscela dei tre suddetti aminoacidi, hanno amumentato la propria sopravvivenza del 12 per cento. I benefici si estendevano inoltre ad altri aspetti della vita dei topolini: maggiore coordinazione motoria e miglioramenti nella resistenza fisica. Per tale motivo si è immediatamente diffuso lo slogan che identifica tale miscela di aminoacidi come “elisir di lunga vita”. Cosa che ha fatto storcere il naso a più di un clinico. Ma, al di là degli slogan ad effetto, la ricerca è davvero interessante, aperta a ulteriori sviluppi. Abbiamo interpellato il coordinatore della ricerca, Enzo Nisoli, professore associato di farmacologia (dipartimento di farmacologia, chemioterapia e tossicologia medica, facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Milano e ricercatore dell’Istituto Auxologico Italiano).

Cosa aggiunge questa ricerca a quanto già si sapeva sulla funzione degli aminoacidi essenziali?

 Il risultato più eclatante è la dimostrazione che tali aminoacidi possono avere effetti sulla durata della vita media dei mammiferi. In particolare, si dimostra per la prima volta che l’estensione della sopravvivenza media si accompagna a un miglioramento dello stato di salute nei topi maschi. Non è tanto l’allungamento della vita massima che si vede con la supplementazione, quanto un allungamento della vita media che suggerisce proprio un miglioramento dei parametri metabolici dell’invecchiamento.

Come commenta certe critiche che già vi stanno muovendo (ad esempio: “no agli integratori, sì a carne e legumi”…)?

In maniera molto semplice. L’assunzione di proteine deve rientrare in una corretta dieta, secondo le percentuali stabilite dalle associazioni internazionali di nutrizione. Quindi, la dieta non può essere sbilanciata a favore delle proteine. La nostra supplementazione viene fatta su una dieta standard normale. Il secondo punto importante da sottolineare, è che l’assorbimento delle proteine implica la loro digestione con spesa di energia da parte dell’organismo. Per gli aminoacidi presenti nella miscela questa spesa non serve: vengono assorbiti direttamente nel tratto gastrointestinale (con un picco ematico tra 30 min e 2 ore). Questo fatto ha una rilevanza notevole proprio nei soggetti defedati (anziani o meno) in cui lo stato energetico globale è compromesso.

Ritenete vi sia già l’indicazione per suggerirne l’assunzione nell’uomo?

 Ci sono già diversi lavori pubblicati su riviste di settore che dimostrano, anche se in popolazioni numericamente limitate di soggetti, effetti positivi in pazienti anziani affetti da scompenso cardiaco, sarcopenia, diabete, BPCO, oltre che nel recupero dall’ictus e dal trauma cranico.

Nell’uomo, come vanno assunti tali integratori (esistono vari prodotti in commercio: compresse, bustine solubili) e in che dosaggio?

Esiste una miscela brevettata che si è dimostrata la più efficace nell’indurre mitocondriogenesi nei nostri modelli (Aminotrofic, ErreKappa. Dosaggio 4-8 g/die, bustine solubili).

Vi sono possono essere effetti collaterali (ad esempio a livello renale o epatico)?

Non si riscontrano effetti collaterali, né a livello epatico né a livello renale.

Come risponde alle critiche secondo cui tali ricerche vanno a profitto delle aziende produttrici di tali composti?

 Lo studio è stato sostenuto solo da finanziamenti istituzionali, dal Ministero, Miur, Comune di Milano, Università di Milano e, in parte, Università di Pavia. Abbiamo preso i parametri mitocondriali su miscele realizzate da noi, con singoli aminoacidi. Esistevano comunque già combinazioni diverse di utilizzo clinico, ad esempio – da noi indicata anche nel lavoro scientifico – quella del fisiologo spagnolo Gustavo Barja.

Trovano quindi conferma le intuizioni cliniche dei Dioguardi, padre e figlio, sugli impieghi di aminoacidi?

Nicola Dioguardi sperimentò gli aminoacidi nel trattamento delle epatopatie tossiche, ma poi si vide che non avevano efficacia in quell’ambito. Esiste una miscela messa a punto negli anni ottanta dal figlio Francesco che, all’epoca, faceva culturismo. Ma non hanno alcun effetto neanche nel body-building. Si è poi visto che hanno effetti validi negli anziani defedati: l’intuizione era giusta. Funzionano sugli umani che vanno incontro alle malattie dell’invecchiamento. Con questo lavoro pubblicato da Cell Metabolism noi supportiamo l’intuizione dei Dioguardi e altri dal punto di vista, come dicono gli anglosassoni, “meccanicistico”, cioè abbiamo fornito un meccanismo molecolare per spiegare perché funzionano.

Lei li prende?

No, perché ho meno di 50 anni. Non ne vedo la necessità in chi ha meno di 50 anni, sano, e neppure più avanti negli anni, se è sano e sta bene. Vanno bene in soggetti che stanno iniziando ad invecchiare: diciamo intorno ai 60, 65 anni.

Allora non li suggerisce come prevenzione?

Al contrario, li vedo come prevenzione. Anche intorno ai 55-60 anni, però se debilitati da qualche patologia. Chiariamo un altro concetto importante, su cui spesso si fa confusione: si tratta di supplementazione, non di integrazione. Cioè vanno assunti oltre al cibo, non per integrare qualcosa che non viene assunto col cibo. Nell’anziano ha comunque una ulteriore indicazione, perché vediamo persone oltre gli 80, 85 anni che mangiano meno carne, o comunque si alimentano male.

Questi composti hanno un costo elevato?

No. Gli aminoacidi di per sé non hanno un costo elevato. Costa il processo di purificazione. E comunque il giusto costo è di un euro a dose.

Come siete arrivati a questa idea sperimentale?

Un po’ come Silvio Garattini arrivò agli omega 3 e 6 ragionando sulle sostanze che potessero essere utili in determinate disfunzioni o patologie. Oppure come si arrivò alla messa a punto di prodotti contenenti resveratrolo. Detto questo, io ritengo che vi siano miscele di aminoacidi che possano funzionare più di quella che abbiamo studiato.

Il nostro lavoro dimostra che gli aminoacidi intervengono nella mitocondriogenesi, cioè fanno mitocondri. Lo abbiamo provato “in vivo”: sulla cellula, sui topi e su campioni di muscolo.

Ora stiamo lavorando sull’obesità. Da lì, del resto, è partita la nostra ricerca: sul tema della restrizione calorica. E’ chiaro che una miscela che fa aumentare i mitocondri e fa aumentare la sopravvivenza, è interessante anche ai fini della restrizione calorica. Stiamo studiando questo aspetto: ne riparliamo tra un anno.

7 Risposte

  1. Non a caso il prof. Dioguardi ( padre ) dichiarò a Repubblica che lui assume 2 cpr. tre volte al giorno di BIG-ONE la cui miscela di aminoacidi è costituita dai 10 esenziali + la taurina ( presente nel RED-BULL )da circa 30 anni…….Ora è uno splendido old-old ,scrive, lavora . pensa e interviene a congressi con grande lucidità. Certamente a lui hanno fatto bene , personalmente mi limitavo ad assumerne 5 gr. ogni volta che affrontavo una partita di golf ma ora passerò a 2+2 compresse da 1 gr.al giorno .

  2. Ho visto in vendita preparati miscelati con aspartame, che è tossico.
    Qualcuno può spiegare perché?

    • Abbiamo girato la domanda al farmacologo prof. Enzo Nisoli, che dice: “Non conosco la risposta. Penso che una possibile ragione sia l’utilizzo di una certa quantità di aspartame come dolcificante in alcune preparazioni di aminoacidi non trattate altrimenti. Si deve tener conto che, in generale, le miscele di aminoacidi devono essere preparate con opportune procedure per aumentare la loro scarsa palatabilità (cattivo sapore o odore) e favorire l’assunzione orale delle stesse. Ma, ripeto, non so se questo sia il vero motivo”. In sostanza…per avere una risposta certa, dovrebbe interpellare l’azienda (o le aziende) che producono aminoacidi+aspartame.

  3. Mi spiace molto quello che e’ stato scritto qui. Spero solo che il pensiero di Enzo Nisoli sia stato travisato. ci sono così tanti errori….e vorrei proprio sapere cosa centri mio padre con i miei aminoacidi. Inoltre, l’idea della mitocondrio genesi e’ mia, e Nisoli l’ha solo verificata in sperimentale, come ben saprebbe chi mi avesse ascoltato nei congressi dal 1998 in avanti. Mi ci sono voluti anni per trovare una persona come Nisoli con gli strumenti per dimostrarlo. Poi, i soli 3 ramificati non servono quasi a nulla, e dato che sono io che ho fatto la prima miscela dei ramificati, stabilendone i rapporti reciproci che tutti hanno copiato, posso ben dimostrarlo.
    Io non ho mai fatto body building, fra l’altro, non ne avrei avuto il tempo…ho pero’ lavorato studiando i body builders come volontari: poco cibo e tanta, tanta fatica. Hanno permesso di capire molte cose sul metabolismo dei carboidrati e dei grassi, con i loro sacrifici e dedizione. E con i risultati…

    • Grazie prof. Dioguardi per le precisazioni. Anzi, mi farebbe addirittura piacere intervistarla e riportarne il testo per intero, facendole controllare la correttezza prima di pubblicarlo. Avrebbe così modo di correggere gli errori contenuti nel post.
      Ho riportato fedelmente quanto registrato dal prof. Nisoli che, del resto, da oltre un anno a questa parte non ha mai smentito, o corretto, quanto pubblicato.

  4. Una ricerca (Giuseppe Montanari e al., 2006) sulla cosiddetta “miopatia
    nemalinica” ha messo in evidenza un nefasto parallelismo fra avanzare dell’età e aumento di frequenza delle “delezioni comuni”, cioè di “errori di produzione” delle proteine endogene, a livello del DNAmitocondriale:Questi errori causano una iperproduzione di “proteine delete” (inefficienti) che si accumulano nella cellula, sottraendo spazi metabolici e provocando:
    • sarcopenia
    • debolezza muscolare progressiva
    • scadimento della fosforilazione ossidativa
    • parziale inefficienza della “catena respiratoria”
    • caduta dei livelli di ATP nelle fibre muscolari.

    In questa situazione la somministrazione di aspartato, glutammato, glutamina
    (i crocevia metabolici più consumati) potrà recare giovamento al gioco dei
    poolsdi AA che governano l’omeostasi proteica dell’organismo:
    • saltando i cicli metabolici alterati
    • evitando l’iperstimolazione a produrre “proteine delete” governata da NRF-1
    e mTFA: attivatori e regolatori del DNA mitocondriale e nucleare; in parole
    povere, fornendo all’organismo i prodotti finali di un metabolismo normale che
    non è più in grado di seguire.Nel soggetto anziano si tratterà,quindi, di
    instaurare una vera “supplementazione” in dosi più consistenti ma
    equilibrate>>.

    tratto da http://www.issaitalia.it/docs/5_Montanari_11012012.pdf

  5. sono poliomielitica da 56 anni ..posso assumere questi integratori????

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