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Fraudologia: imparare a truffare per non essere truffati. Ovvero: l’effetto “nonna di cappuccetto rosso”

NEWS: Matteo Rampin, psichiatra e coautore di questo volume, martedì 13 aprile ore 12.45 sarà intervistato da Corrado Augias all’interno della sua trasmissione di libri Le Storie (Raitre).

Ecco un testo che mancava e di cui si sentiva veramente l’esigenza: Fraudologia.Teoria e tecniche della truffa (Scuola di Palo Alto, Milano, 2010, pp. 430, euro 22). Che tra l’altro introduce in italiano il neologismo “fraudologia”.  Un poderoso manuale sulla psicologia dell’inganno, redatto da uno psichiatra, Matteo Rampin, e un analista di frodi bancarie nonché esperto di sicurezza informatica, Ruben Caris.

C’era un settore di indagine psico-sociale scoperto, almeno nel nostro paese, riguardo a come vengano congegnate, perpetrate e messe a segno le truffe nelle varie modalità oggi concesse, oltretutto dalla tecnologia informatica. Ciò che un tempo infatti poteva attuarsi unicamente faccia a faccia, oppure nelle piazze di paese, per il truffatore di professione oggi è disponibile la platea internazionale. La globale piazza telematica rappresentata da internet.

Un parente anziano di Vigevano, nel pavese, mi raccontava che presso la chiesa che frequenta per seguire la messa domenicale del mattino, a fine funzione, sono saliti sul pulpito due poliziotti, un uomo e una donna. Introdotti dal sacerdote, tra lo stupore dei partecipanti, hanno iniziato a parlare di come difendersi e scongiurare le truffe, particolarmente quelle a danno degli anziani. Una volta terminato, hanno distribuito ai presenti degli stampati che riassumevano i principali consigli (non aprire ad estranei, non fermarsi ad ascoltare prolissi discorsi per strada, non fidarsi neppure di gente che si presenta a casa in divisa, chiamare sempre e comunque la polizia in caso di dubbio).

Quella delle truffe, specialmente a danno degli anziani (tra i delitti più deprecabili, odiosi e vigliacchi) è ormai ben più che una piaga sociale. Ma non solo a loro danno. Tutto ciò che concerne internet, comprende una estesa ognanizzazione  criminale di ogni paese, dedita a studiare ed applicare i modi (spesso grezzi, grossolani e illetterati) per turlupinare il prossimo. Il primo e principale consiglio è sempre: esercitare l’attenzione. Non farsi distrarre. Non rispondere e non dare corda in automatico. In queste falle della nostra mente, i truffatori gettano l’esca per farci abboccare.

Questo volume che, ci auguriamo, veda la nascita di un sito internet dedicato agli aggiornamenti in tema di psicologia della truffa (i domini fraudologia.it e .com sono già stati registrati dagli autori), passa in rassegna quanto è possibile conoscere, comprendere e contrastare rispetto alle tecniche messe a punto per frodare e truffare il prossimo. Non dimentichiamoci che, tanto il borseggiatore che il truffatore di professione, studiano dalla mattina alla sera il modo migliore per trarre vantaggio dalle proprie azioni ai danni del prossimo.

Contrastare efficacemente i truffatori non può più essere lasciato al caso, ma deve prevedere regolari e ripetuti periodi di addestramento per le persone. Specialmente quando si trovino in periodi di maggiore vulnerabilità e fragilità psicologica, come gli anziani. Ma il tema dell’imbroglio torna anche in ambiti sociali e collettivi come tutti sappiamo: le grandi frodi finanziarie e gli inganni della politica, ad esempio.

Truffare ed essere truffati fanno parte della natura umana. Già quando, da bambini, ci raccontano le favole, o ci parlano di Babbo Natale, ci stanno “truffando” – anche se a fin di bene. E il truffatore abile, sfrutta questo imprinting psicologico che risale alla nostra infanzia: spacciarsi per un altro (quello che definisco effetto “babbo natale” o “nonna di cappuccetto rosso”), raccontarci fandonie e farci credere che ci farà del bene. Per fregarci.

In termini generali, l’inganno e la truffa rappresentano fenomeni tra i più interessanti da studiare per comprendere come funzioni la mente umana. Spiega giustamente Rampin in questo manuale, che gli esseri umani sono più simili che diversi, e ognuno di noi alberga dentro di sé il bisogno di credere, nonché la propensione a cadere vittima dei nostri stessi errori. Diceva un altro studioso dei comportamenti umani, che molti di noi si costruiscono da sé trappole, gabbie e prigioni, da cui poi tentano per tutta la vita di evadere e fuggire.

Studiare la psicologia della truffa non soltanto ci può mettere al riparo dal cadere vittime di imbrogli, ma pure chiarire qualcosa in più su noi stessi. Non a caso uno dei padri fondatori della psicologia, William James, scrisse un testo rivelatore fin dal titolo: La volontà di credere. Dare retta ai nostri simili e, quindi, esserne influenzati, nel bene e nel male, è da sempre  la nostra salvezza e la nostra fregatura di umani.

Ho chiesto a Matteo Rampin: qual è la caratteristica principale per non cadere vittima dei truffatori?

“Conoscere” è l’unica arma che abbiamo contro i truffatori. Ovviamente, la caratteristica personologica correlata è la “voglia di conoscere”, intesa come disposizione a non accontentarsi delle apparenze – insomma, il buon vecchio spirito critico, che a quanto pare oggi è messo in soffitta da molti!

E qualche domanda al coautore di Fraudologia, Ruben Caris.

Come vi è nata l’idea di questo volume?

Ancor prima di conoscerci, entrambi volevamo sviluppare un saggio che trattasse i principi dell’inganno propri del mondo della truffa, anche se con sfumature diverse dettate dalle nostre specifiche professionalità. Un giorno scoprii per caso Pensare come un mago, di Rampin: era, oltre che geniale, realizzato esattamente come stavo strutturando i miei appunti. Volli assolutamente conoscere l’autore di persona: la sua cordialità e disponibilità hanno fatto il resto. Abbiamo dunque unito le nostre professionalità: ci è parso naturale, quasi inevitabile per due persone che si occupano entrambe di comportamenti ingannevoli.

Perché avete introdotto il termine “fraudologia” anziché mantenere, che so, “psicologia dell’inganno”?

La psicologia dell’inganno è una categoria più vasta: i comportamenti messi in atto nell’interazione tra truffatore e vittima hanno alcune peculiarità che li differenziano dai comportamenti ingannevoli in generale. Il neologismo “Fraudologia” (in realtà termine di uso comune in Romania) vuole quindi identificare questi comportamenti e le loro dinamiche.

Quanto ritenete vi aiuti in questo tipo di studi, l’essere entrambi appassionati di illusionismo?

E’ un enorme aiuto: l’illusionismo permette uno sguardo in profondità nei meccanismi di induzione in errore, che nessun’altra disciplina permette.

Un illusionista viene frodato tanto quanto un comune mortale, oppure ha più risorse per difendersi?

Tutti sono potenziali vittime della frode: inoltre, chi si sente “sicuro” perchè conosce i meccanismi della truffa, potrebbe abbassare la guardia ed essere addirittura più vulnerabile! L’importante, allora, è conservare una atteggiamento umile, e soprattutto curioso nei confronti del comportamenti degli esseri umani, ricordando sempre che, come dicono gli anglosassoni, “i pranzi gratis non esistono”.

Com’è andata la collaborazione tra uno psichiatra ed un esperto di sicurezza e frodi bancarie?

Lo psichiatra è la figura professionale più autorevole se si vuole approfondire l’interazione corpo-mente nell’inganno cognitivo. Per me è stata una ulteriore lente attraverso la quale studiare nel profondo le dinamiche dei modus operandi fraudolenti.

Aggiornamenti: è nato il sito Fraudologia.

14 Risposte

  1. Interessante e mi si adatta alla perfezione. Io appartengo alla categoria “piccione ” e per di piu’ 67/nne…..però mi sto accorgendo che mi sto già lasciando plagiare!(da Lei e prof.Seresi)
    1)Sono andata in biblioteca per la città di Ur,(ne valeva la pena)
    2)Sto leggendo,a puntate,”Perchè si debbono amare i bambini” inframezzato con i racconti di lago di Andrea Vitali.
    3)Ero sul punto di venire ad ascoltore la “Giornata in onore do Mauro Mancia” poi mi sono vergognata sia della mia ignoranza sia della mia limitatezza. Ho desistito !!!

    Però oggi sono andata a curiosare nelle proposte delle”Giornate FAI” e mi sono chiesta quale è il motivo che ci rende felici di fronte al “Bello”, cosi’- semplicemente- senza far scattare il desiderio di possedere.
    Cosa si muove in noi? Perchè lo ricerchiamo(il bello) nelle cose e nelle persone nella mente?
    Concludendo è meglio che legga il libro da Lei consigliato.

  2. Dimenticavo!!! Ho visto anche (due settimane fa al nostro cineclub)”A single man”.Immagini, colori,luci perfetti e molta delicatezza: bello!

  3. A proposito di ” piccioni ” qualche tempo fa sono stato affiancato da una macchina con dentro un giovane signore che con un bel sorriso mi ha salutato cercando di ricordare dove ci eravamo conosciuti. Con notevole abilità mi ha fatto ricostruire l’ipotesi che fosse il figlio di un collega dell’Ospedale di Niguarda trovatosi occasionalmente a Milano in quanto rappresentante di vestiti. Dopo una lunga chiacchierata amichevole mi ha offerto due giacche di camoscio per me e mia moglie come regalo in quanto stava rientrando nella sua città e me le offriva volentieri. Mentre mi stavo allontanando imbarazzato mi ha detto se potevo dargli i soldi per un pieno di benzina in quanto era rimasto sprovvisto di denaro………..In un attimo di lucidità ( recuperata ) gli ho restituito le giacche e mi sono allontanato rapidamente. Che fatica ragazzi ma che bravo manipolatore quel truffatore.

    • Caro Enzo, grazie per averci raccontato la tua esperienza! Più la gente trova la voglia (e anche il coraggio) di raccontare le proprie esperienze, più ne veniamo a sapere, e più sappiamo come tutelarci.
      Ciò in cui sei incappato è una delle truffe più diffuse, vecchia di anni. Ma sempre di un certo successo. I truffatori, come dicono gli autori di “Fraudologia”, pur non essendo laureati in psicologia (almeno, si spera), empiricamente ne sanno molto di più.
      In questo e in altri tipi di truffa, sfruttano un imprinting depositatosi nelle nostre cellule nervose fin da quando eravamo bambini! Quello che definisco effetto “babbo natale” o “nonna di cappuccetto rosso”: spacciarsi per altro e farci credere di fare il nostro bene, per fregarci.

  4. Caro Pier la cosa interessante di quel truffatore è stata la tecnica con cui ha fatto ricostruire a me chi potesse essere luie dove lo avessi conosciuto…….io ho ipotizzato l’Ospedale di Niguarda e lui immediatamente ha sfruttato l’ipotesi dicendosi figlio di un collega che io stesso ho ricordato come il prof. pinco pallo primario di Niguarda. A quel punto il gioco era fatto , l’unico dato che mi ha insospettito , relativamente , era che il truffatore fosse troppo giovane per potere essere il figlio di pinco pallo e che inoltre quel collega non mi stava neanche simpatico e quindi non avrei potuto conoscere il figlio come lui sosteneva.In realtà tutte queste considerazio0ni le ho ricostruite dopo in quanto al momento non hai possibilità di reagire come condizionato da una relazione che ti ingabbia e ti impedisce di pensare alla truffa. Solo nel finale quando lui mi ha chiesto i quattrini mi è venuto alla memoria il meccanismo della truffa ( peraltro a me noto con qualche engramma precostituito ) e questo mi ha salvato con una decisione automatica. Come al solito chi domina il tutto è la capacità di relazione pensate a quella fra medico e paziente sotto questo profilo dove potrebbe portare in mani disoneste…………Mesmer docet ! spiega tu chi era Mesmer ,caro Pier , ai nostri lettori. Grazie

    • Franz Anton Mesmer, per semplificare, grande medico viennese, è il padre dell’ipnosi e delle tecniche suggestive, nonché della psicosomatica e della psicoterapia (http://it.wikipedia.org/wiki/Franz_Anton_Mesmer).

      La tecnica con cui il truffaldino ti ha agganciato e, soprattutto, ricavato da te informazioni, è la stessa usata dai cartomanti, chiromanti & C. Rivolgono al cliente domande aperte, per portarlo a dare, da sé, informazioni personali. Usate poi per manipolarlo e turlupinarlo. Ricordi la frase che il “mago-imbonitore” di “Miracolo a Milano” rivolgeva a tutti i consultanti? “Che fronte, alta che sguardo fiero, chissà chi era suo padre!…Una moneta”.

      Allora, caro Enzo, prendiamo spunto dal tuo caso (come dicevo, una delle truffe più antiche e diffuse) per dare qualche consiglio. Intanto:
      1) il “truffatore di strada”: ti ferma all’improvviso, mentre sei immerso in altri percorsi cognitivi
      2) cattura la tua attenzione con un “gancio” psicologico molto banale (scusi, sa indicarmi? posso rivolgerle una domanda? si ricorda di me? le posso dare un passaggio? la posso accompagnare?)
      3) “ti fa su”, come si dice al nord, con una “fastuchera” di chiacchiere
      4) ma alla fine, quando sei cotto a puntino, ti chiede sempre e solo…soldi!
      5) conclusione, che uno dovrebbe tatuarsi – questo sì – sul palmo della mano, così si ferma in tempo: un truffatore ti chiede sempre soldi!
      6) regola aurea: non dare mai soldi in…estemporanea! Tantomeno sotto l’effetto “nonna di cappuccetto rosso”.

  5. Io grosso piccione mi sono lasciata intortare da una collega che con la scusa di dover pagare l’affitto e la scuola della piccola mi ha fatto “mollare”. Qui ha giocato l’ambiente di lavoro, soggetta a isolamento; nessun famigliare o parente affettuosamente vicino = ci sono cascata(però qualche cosa ho recuperato poi!)dopo invito a pranzo, grande chiaccherate davanti alla macchinetta del caffè, grande interesse alla mia salute prima di una drammatica telefonata con richiesta di contanti!
    Ha,penso,influito un mio disperato desiderio di calore.

  6. Un signore molto elegante. fermo con la sua auto, al limite della strada, con il telefonino attaccato all’orecchio, sembrava in difficoltà ed è riuscito ad attirare la mia attenzione, mi ferma e mi dice che aveva perso il portafoglio e che era rimasto senza benzina, io persona sempre disponibile ma diffidente, gli dico non c’è problema a 100 metri c’è una pompa di benzina, ci andiamo insieme prendiamo una tanica la riempiamo la pago io, ma poi considerato che non voglio passare per fesso lei mi da il libretto di circolazione e l’indirizzo, e si impegna a rimborsarmi, altrimenti vengo io a casa sua e vediamo se i suoi conviventi sanno della perdita del portafoglio. A quel punto si rimette im macchina e va via.

  7. Grazie Paolo. Raccontate le truffe, i raggiri (o i tentativi di truffarvi e raggirarvi), di cui siete stati oggetto. Saranno utili ad altri. Anche se i truffatori di indole e professione se ne inventano sempre di nuove.
    Ma per fortuna i meccanismi sono più o meno sempre gli stessi:
    1) attirare l’attenzione su di sé
    2) chiedere aiuto od offrire aiuto
    3) confondere con giri di racconti e grovigli di parole
    4) sempre e comunque chiedere SOLDI (o comunque cose di valore economico).

  8. Ho ascoltato e visto la trasmissione del 13/4 “Le storie” con la presentazione del libro.La materia interessante.Un pò particolare la posizione dei due “conversatori”.Viso privo di emozioni,sguardo attento,poche e mirate parole,tono monocorde (M.Rampin)- Rughe in movimento,occhi ammiccanti,raffinatamente ciarliro (P.Angela).
    Ranpin = Homo sapiens PREDOMINANTE
    Angela = ” ” AFFABULATORE
    (è giusto?) Mi sono piaciuti cosi’.

  9. Mi è sembrata una buona puntata del programma e un’intervista a Matteo Rampin chiara, comprensibile, a tratti persino divertente. L’abilità e la preparazione di Corrado Augias (a proposito, una piccola svista…non era Piero Angela…) sono del resto risapute, nel condurre programmi culturali e d’inchiesta.

  10. …………….ha PERFETTAMENTE !!!!!ragione coi cognomi sono un DISASTRO !!!!!!!!!!.(sa che mi ha messo un dubbio; forse sto diventando acidamente criticona)

  11. […] Fraudologia: imparare a truffare per non essere truffati. Ovvero: l’effetto “nonna di cappuccett… […]

  12. Io mi sono lasciato truffare da una persona la cui mamma frequenta la parrocchia, lui lavora nel bar vicino casa.
    Lasciato truffare è la definizione esatta. Ho chiesto in piazzetta e mi avevano detto che sono pieni di debiti, “non dare loro niente! non te li restituiscono!”. In parrocchia pure mi avevano detto che vengono aiutati.
    Lui mi ha sempre detto che stava aspettando un assegno perché era stato investito da un’automobile. Appena ricevuto l’assegno (altro possibile indizio della truffa: qualche volta diceva Euro 15.000 qualche altra volta diceva Euro 22.000) mi avrebbe restituito tutto. E portati tutti al ristorante per festeggiare. Più i caffè gratis al bar, un orologio digitale. … Come vedete è stato molto bravo a motivarmi a dargli soldi.
    Alla fine, ovviamente, mi hanno fatto una risata in faccia. In piazzetta. Davanti a tutti. E credo che sia questa la parte più brutta perché ora, abbiamo vergogna a passare in piazzetta.

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