Vi devo raccontare due casi clinici che mi sono capitati recentemente ed in cui sono personalmente coinvolto. Qualche mese fa una mia paziente, che curavo per una broncopatia da fumo, mi mandò i suoi esami del sangue affinché li valutassi, l’unico parametro che mi sembrava fuori range era il valore della insulinemia basale che da qualche tempo, in particolare nei pazienti portatori di neoplasia , sto richiedendo assieme alla glicemia a digiuno in quanto più è bassa l’insulina meno le cellule neoplastiche mangiano e crescono.
Chiesi alla paziente quali farmaci stesse assumendo e lei mi mandò un elenco di integratori mentre come come unico farmaco per abbassare il colesterolo prendeva da due anni 20 mgr di torvastatina (Torvast). Le dissi di sospendere tutto e di ripetere gli esami dopo due mesi senza ipotizzare quale sostanza potesse essere responsabile di questo valore così elevato visto che l’alimentazione era corretta e la signora era normopeso. Dopo circa 15 giorni da questo mio suggerimento mi è pervenuto un aggiornamento scientifico sul periodico “The medical letter” da cui si evinceva che le statine, in particolare la torvastatina e la sinvastatina, oltre ai noti effetti collaterali di danno muscolare possono favorire l’insorgenza del diabete.
Il secondo caso mi coinvolge personalmente, avendo infatti una ipertrofia prostatica a e volendo evitare l’intervento, su consiglio dell’urologo da circa 4 anni assumo regolarmente, dopo cena, una compressa di Avodart (finasteride) con tutta tranquillità ed in piena fiducia. Da circa un anno mi ero accorto di avere una raccolta di pannicolo adiposo sull’addome insolita per me e per il mio stile di vita molto attivo. Ho cominciato quindi anch’io a cercare di abbassare l’insulinemia con una alimentazione priva di zuccheri, di carboidrati raffinati e poi, su consiglio di un mio amico ricercatore, ho eseguito i seguenti esami ematologici: TSH -glicemia- hb glicata -insulinemia -17 beta estradiolo – proteina c reattiva, tutti i valori risultavano nei range ed in particolare l’insulinemia , con mia grande soddisfazione, era scesa a valori di 4 (2- 20).
Il valore di beta estradiolo mi sembrava normale essendo di 59 su limiti di 20-120 ma appena il collega ha ricevuto i miei esami mi ha contattato tempestivamente subito dicendomi che rischiavo il cancro alla prostata, la perdita di memoria, la caduta della libido, l’obesità e la ginecomastia (leggi tette) in quanto la finasteride trasforma il testosterone in estrogeni con le conseguenze di cui sopra. Alla mia replica di non volermi fare operare di prostatectomia mi ha suggerito di assumere mezza compressa alla settimana di arimedex (la pillola che viene data alle donne operate di tumore al seno per azzerare gli estrogeni) e di ripetere l’esame del beta estradiolo dopo 6 settimane al fine di farlo scendere sotto il valore di 31. Vi terrò aggiornati sulla evoluzione della mia salute avendo evitato per un pelo di diventare un bel putto castrone con in più un cancro alla prostata. Che fatica essere un medico allopatico!
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