Oggi alla Casa della Cultura in Milano si è tenuta una giornata scientifica in onore del neurofisiologo, psicanalista prof. Mauro Mancia. Il saluto ai partecipanti lo ha dato da N.York il figlio Filippo con una intervista via web tenerissima e piena di ricordi del suo grande padre. Filippo è biologo molecolare, ricercatore alla Columbia University ed ha raccontato che lui bambino ha avuto la sua prima lezione di anatomia dal padre, nella casa di Panarea, attraverso la vivisezione di una lucertola che era caduta nella bacinella d’acqua mentre Mancia si faceva la barba. I suoi dubbi sul padre scienziato li ebbe quando Mancia iniziò a pubblicare libri di psicanalisi ben lontani dalla neurofisiologia di cui era cattedrattico all’ Università di Milano. Su questo piccolo conflitto decise di fare ricerca pura ma in realtà con il tempo si è reso conto di come il padre avesse affrontato con lo stesso rigore di scienziato entrambe le discipline. Fra i vari interventi di amici psicanalisti, filosofi e ricercatori mi piace ricordare quello di Vittorio Gallese scopritore, assieme a Rizzolatti, dei neuroni a specchio. Gallese ha tenuto una relazione impeccabile per la chiarezza e la proprietà del suo linguaggio ed ha riassunto alcuni esperimenti appena conclusi con i suoi collaboratori all’Università di Parma. Il più interessante è quello che riguarda 5 coppie di gemelli in età fetale fra la 14.ma e la 18.ma settimana. Con uno studio sulla cinetica dell’arto superiore destro, attraverso gli ultrasuoni, i ricercatori hanno potuto osservare che il feto, posizionato alle spalle del fratellino, lo toccava sul dorso con una incidenza di gesti che sottintendeva la percezione dell’altro già in quell’età fetale. A conferma che la memoria implicita, tanto studiata da Mancia, inizia a formarsi così precocemente.
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