• marzo: 2020
    L M M G V S D
     1
    2345678
    9101112131415
    16171819202122
    23242526272829
    3031  
  • Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi per e-mail.

    Unisciti a 874 altri iscritti
  • Statistiche del Blog

    • 670.259 hits
  • Traduci

Sigmund Freud e il coronavirus


Coperta DISAGIO DELLA CIVILTA.indd

Diciamolo: non è un bel periodo. Ma non solo per il virus. Stiamo attraversando una di quelle fasi storiche in cui varie situazioni di “crisi” (economica, sociale, sanitaria) si sommano l’una all’altra. Non è una guerra mondiale in senso letterale, ma lo è, in parte, dal punto di vista sociale e soprattutto psicologico.

Servono medici del corpo, ma pure della psiche. Servono pensatori come lo fu il sociologo-filosofo Zygmunt Bauman, “inflazionato” in vita e pressoché dimenticato oggi, che nel suo testo pubblicato in italiano da il Mulino dal titolo “La società dell’incertezza” si occupa anche delle paure postmoderne e della attenzione verso il corpo che si è trasformata in una “preoccupazione assoluta”

Le paure, le ansie, le angosce sono tali nel corso dei secoli. Cambiano gli stimoli che ce le suscitano, ma i sentimenti rimangono inalterati. Ecco perché chi sa leggere nell’anima è in grado di dire cose che non cambiano nello scorrere della storia. Bauman cita a tal proposito Sigmund Freud che nel suo fondamentale “Il disagio della civiltà” di quasi un secolo fa ci dice: «Siamo minacciati dalla sofferenza da tre versanti: dal nostro corpo, condannato al declino e al disfacimento e che non può funzionare senza il dolore e l’ansia come segnali di pericolo; dal mondo esterno, che può scagliarsi contro di noi con la sua terribile e formidabile forza distruttiva; infine, dalle nostre relazioni con gli altri».

Con il potere economico, scientifico e tecnologico, con il culto del corpo e del benessere, pensavamo di avere se non sconfitto almeno allontanato i timori dei secoli passati relativi alle minacce esterne, agli improvvisi, subitanei attacchi da parte di invisibili microrganismi di cui ognuno di noi diviene veicolo in un mondo globalizzato. E invece.

 

Danni mitocondriali da chinolonici: cosa fare


Antibiotics. Medical Concept with Blured Background.Dopo i precedenti scritti sui possibili danni da farmaci chinolonici, mi giungono sempre più richieste di visite e consulenze. Mi sono impegnato in tale senso e sono diventato un referente per i danni mitocondriali a livelli clinici non più valutabili. Questo blog diventa perciò anche un riferimento su tale tema.

Per chi ritiene di avere subito danni mitocondriali lievi da farmaci chinolonici suggerisco di assumere glutatione per via orale, vitamina C 500 mgr due volte al giorno e coenzima Q10.

Per chi ritiene di avere subito danni gravi e protratti il riferimento è il Centro Dino Ferrari a cui consiglio di rivolgersi: fa parte del Policlinico di Milano e si occupa anche di malattie neuromuscolari su possibile danno mitocondriale.

L’ultimo scritto di Franco Zarattini


FrancoZarattiniUn mese fa Franco Zarattini, psichiatra e prezioso collaboratore di Neurobioblog è improvvisamente deceduto nella notte per arresto cardiaco. Zarattini oltre ad essere un bravo psichiatra con una lunga e solida carriera alle spalle sviluppata all’ospedale Ca’ Granda di Niguarda a Milano era un caro amico. Da qualche anno collaborava con Neurobioblog e più di recente abbiamo inserito un suo congtributo nel nostro libro usciti da Utet prima del scorso Natale “Come ringiovanire invecchiando”. Questo suo ultimo scritto, dedicato al microbiota, è il risultato di una passione che da qualche anno gli era nata per un argomento che in teoria per un argomento in teoria molto lontano dalla sua specialità. In realtà la recente letteratura scientifica è ricca di potenziali relazioni fra microbiota intestinale e malattie psichiatriche e questo suo ultimo breve scritto ne è la conferma.

L’ultimo contributo di Franco Zarattini

Ieri ho partecipato al Convegno dal titolo “Ansia, stress, disturbi del sonno: il ruolo del microbiota intestinale”. Numerosi studi scientifici pubblicati hanno evidenziato che l’intestino è da considerare un organo di fondamentale importanza per il mantenimento del nostro stato di salute e di benessere assieme alla “salute psichica” essendo sede di un “secondo cervello “ in cui coabitano intelligenza e capacità emotive proprie.

Questo secondo cervello è in diretto contatto con il cervello superiore tramite una complessa modalità di comunicazione bidirezionale tramite l’intervento di vie neurali, endocrine, immunologiche e metaboliche di cui è dotato il nostro microbiota intestinale.
Gli studiosi dell’Università di Cork nell’Irlanda del Sud diretti dal neuroscienziato Prof. Timothy Dinan hanno avviato le ricerche su una nuova branca della medicina moderna denominata Psicobiotica che si impegna di chiarire il rapporto tra il microbiota e la nostra salute mentale tramite un ‘integrazione probiotica con specifici ceppi batterici probiotici mirati al miglioramento delle funzioni cognitive, di contenere i livelli di stress e di ansia migliorando sia il nostro umore, sia modulando le anomalie del ritmo- sonno veglia.

Le ricerche sul ruolo del microbiota sui comportamenti umani descritti stanno evidenziando nuove potenzialità terapeutiche da integrare con le terapie attualmente disponibili.

Riporto un paio di annotazioni dei relatori. Il prof. Claudio Mencacci nell’Università di Milano nella sua relazione: disturbi del sonno, ruolo del microbiota ha ricordato che la disorganizzazione dei ritmi circadiani altera il microbiota portando alla disbiosi che produce infiammazione, mentre un loro riequilibrio porta ad un sonno migliore. Per mantenerlo ha citato il motto della scuola salernitana: anima lieta, dolce requie, sana dieta. A suo parere sarebbe arrivato il tempo di usare il microbiota anche in campo clinico. Il prof. Massimo Cocchi dell’Università di Bologna al termine di una lunga ed articolata relazione ha detto che l’asse intestino cervello avrebbe fatto da ponte verso la consapevolezza del sé.