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L’ultimo scritto di Franco Zarattini

FrancoZarattiniUn mese fa Franco Zarattini, psichiatra e prezioso collaboratore di Neurobioblog è improvvisamente deceduto nella notte per arresto cardiaco. Zarattini oltre ad essere un bravo psichiatra con una lunga e solida carriera alle spalle sviluppata all’ospedale Ca’ Granda di Niguarda a Milano era un caro amico. Da qualche anno collaborava con Neurobioblog e più di recente abbiamo inserito un suo congtributo nel nostro libro usciti da Utet prima del scorso Natale “Come ringiovanire invecchiando”. Questo suo ultimo scritto, dedicato al microbiota, è il risultato di una passione che da qualche anno gli era nata per un argomento che in teoria per un argomento in teoria molto lontano dalla sua specialità. In realtà la recente letteratura scientifica è ricca di potenziali relazioni fra microbiota intestinale e malattie psichiatriche e questo suo ultimo breve scritto ne è la conferma.

L’ultimo contributo di Franco Zarattini

Ieri ho partecipato al Convegno dal titolo “Ansia, stress, disturbi del sonno: il ruolo del microbiota intestinale”. Numerosi studi scientifici pubblicati hanno evidenziato che l’intestino è da considerare un organo di fondamentale importanza per il mantenimento del nostro stato di salute e di benessere assieme alla “salute psichica” essendo sede di un “secondo cervello “ in cui coabitano intelligenza e capacità emotive proprie.

Questo secondo cervello è in diretto contatto con il cervello superiore tramite una complessa modalità di comunicazione bidirezionale tramite l’intervento di vie neurali, endocrine, immunologiche e metaboliche di cui è dotato il nostro microbiota intestinale.
Gli studiosi dell’Università di Cork nell’Irlanda del Sud diretti dal neuroscienziato Prof. Timothy Dinan hanno avviato le ricerche su una nuova branca della medicina moderna denominata Psicobiotica che si impegna di chiarire il rapporto tra il microbiota e la nostra salute mentale tramite un ‘integrazione probiotica con specifici ceppi batterici probiotici mirati al miglioramento delle funzioni cognitive, di contenere i livelli di stress e di ansia migliorando sia il nostro umore, sia modulando le anomalie del ritmo- sonno veglia.

Le ricerche sul ruolo del microbiota sui comportamenti umani descritti stanno evidenziando nuove potenzialità terapeutiche da integrare con le terapie attualmente disponibili.

Riporto un paio di annotazioni dei relatori. Il prof. Claudio Mencacci nell’Università di Milano nella sua relazione: disturbi del sonno, ruolo del microbiota ha ricordato che la disorganizzazione dei ritmi circadiani altera il microbiota portando alla disbiosi che produce infiammazione, mentre un loro riequilibrio porta ad un sonno migliore. Per mantenerlo ha citato il motto della scuola salernitana: anima lieta, dolce requie, sana dieta. A suo parere sarebbe arrivato il tempo di usare il microbiota anche in campo clinico. Il prof. Massimo Cocchi dell’Università di Bologna al termine di una lunga ed articolata relazione ha detto che l’asse intestino cervello avrebbe fatto da ponte verso la consapevolezza del sé.

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