Quando, ancora ragazzo, andai a Saanen per ascoltare Krishnamurti, durante i suoi incontri svizzeri, mi sorpresi nel vedere che, tra la gente arrivata da tutta Europa e dal mondo, vi fossero molti psicologi e psichiatri. “Si impara più da lui su come funziona la nostra mente – mi disse uno di questi – che dai trattati di psicologia”.
Ho recuperato i testi anche più in là nel tempo di K. In uno di questi leggo: “Quando vediamo il mondo distrutto dalle bombe e ne sentiamo tutto l’orrore, quando vediamo il mondo diviso in religioni, nazionalità, razze, ideologie, quale risposta possiamo dare a tutto ciò? Non possiamo proprio continuare a vivere brevemente, morire e sperare che, malgrado tutto, qualche cosa di buono possa sorgere. Non possiamo lasciare ad altri l’incarico di portare felicità e pace all’umanità poiché l’umanità siamo noi, ciascuno di noi. Dove trovare una soluzione se non in noi stessi?”. L’anno in cui K. tenne questi discorsi a Ojai in California? 1944.
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