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Eyjafjallajökull: un anticipo di 2012? Ovvero: come diventare apocalittici

C’è già chi mette in relazione l’eruzione del vulcano islandese, con conseguenti ricadute sui trasporti e sulla vita degli umani, con l’avvicinarsi della fatidica, sfigata data: 21 dicembre 2012. Così come terremoti, alluvioni, frane, cambiamenti climatici, incidenti, attentati, crisi economiche e disgrazie varie che hanno colpito l’umanità negli ultimi tempi. Gli  apocalittici del 2012, novelli Nostradamus (ma almeno lui usava un linguaggio poetico e criptico), stanno già gongolando:  «Ecco, vedete, il 2012 si sta avvicinando!».

Usa espressioni apocalittiche, ad esempio, lo scrittore Gabriele Romagnoli su Repubblica di oggi: «Come un’oscura profezia che si autoavvera incombe sul pianeta un flagello che nessuna scienza maggiore o fede minore aveva saputo prevedere». Più divertente per come la mette il comico Maurizio Crozza: “I Maya hanno sbagliato, di due anni”.

Il meccanismo per diventare apocalittici (profeti di sventure) è molto semplice. Soltanto, abbiate l’accortezza di collocare le vostre previsioni non molto in là nel tempo, se volete godere della notorietà  dei vostri vaticini. Se poi si riveleranno errati, non lo saranno mai del tutto. Dato che sulla Terra, disastri, cataclismi, crisi e, appunto, morti, sono all’ordine del giorno. Quindi:

1) scegliete una data a caso nei prossimi 5-10 anni, possibilmente ricavandola da un documento antico (il calendario Maya è ormai fuori gioco; cercate un papiro, il passo di un testo religioso, magari indiano o tibetano, ma va bene pure un criptico testo medievale, oppure un bassorilievo su una cattedrale gotica);

2) cominciate a elencare possibili sconvolgimenti da concentrare per quella data-periodo;

3) presentatevi come il cantore ufficiale di tale scoperta apocalittica;

4) iniziate a rilasciare interviste in cui sosterrete che il 2012 è una bufala (cercando di spiegarne le ragioni), mentre la vostra data-periodo corrisponde al vero (cercando di illustrarne i motivi, ma potete benissimo, anzi meglio, usare un linguaggio vago e aperto ad ogni interpretazione);

5) disseminate la Rete di frammenti di testi apocalittici, presunti indizi storici, immagini e documenti (pure inventati di sana pianta) relativi alla vostra “scoperta”: più se ne dibatte, anche polemicamente, meglio è per voi;

6) fidate nel fatto che gli umani sono sempre in attesa di qualcosa di brutto che dovrà accadere;

7) con la notorietà conquistata a colpi apocalittici, qualche editore potrebbe farsi avanti: preparatevi a scrivere un libro illustrato, a collaborare alla realizzazione di un dvd o ad un testo per Sanremo;

8) godetevi la popolarità ed i soldi che, per i prossimi 5-10 anni, tali previsioni apocalittiche vi avranno garantito.

In passato i profeti di sventure facevano, loro sì, una grama fine. Oggi il peggio che possa loro accadere è finire in televisione.

Vedi anche: 21 dicembre 2012 e il mondo, bene o male, continua…

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