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Gli errori di Darwin. Botta e risposta tra Cavalli-Sforza e Piattelli-Palmarini

La riflessione che Vincenzo Soresi ha aperto su questo blog, a seguito dell’imminente uscita in italiano (21 aprile, da Feltrinelli) del volume Gli errori di Darwin,  è quanto mai opportuna. L’intervista a Massimo Piattelli-Palmarini (docente di Scienze cognitive all’Università dell’Arizona e uno dei massimi scienziati in questo campo) su Repubblica ha avuto ieri una lunga replica, con richiamo in prima, sempre su Repubblica, da parte del genetista Luigi Luca Cavalli-Sforza, anch’egli scienziato di fama internazionale. Il dibatto sulle teorie evoluzionistiche si fa di nuovo acceso e appassionante, dopo le celebrazioni centenarie di Darwin e delle sue opere dell’anno passato. E l’edizione originale del volume a quattro mani dal titolo What Darwin Got Wrong ha già suscitato ampi dibattiti, anche sul web, nei paesi anglofoni.

Ho parlato con Massimo Piattelli-Palmarini, che ebbi modo anni fa di incontrare e intervistare durante la sua permanenza al San Raffaele di Milano (dove creò il dipartimento di Scienze cognitive), questa mattina. Conto di riferirne anche in questo spazio (vedi testo dell’intervista a Piattelli-Palmarini in questo blog o ascoltane parte dell’audio sul sito VideoScienza). Gli ho posto alcune domande sul libro che ha scritto con l’amico e collega Jerry Fodor, filosofo del linguaggio (un settore di grosso interesse delle ricerche di Piattelli-Palmarini è proprio il linguaggio) e, ovviamente, sulle polemiche che sta suscitando.

L’impressione era, ed è, che il contenuto del volume sia stato frainteso – prima ancora di averlo letto e, direi, studiato. Si tratta di un volume che ha preso almeno tre anni di lavoro (ovviamente inframezzato agli altri impegni dei rispettivi autori) e l’analisi della principale letteratura scientifica in tema di evoluzione biologica e selezione naturale.

NEWS: domani il Corriere della Sera esce con una risposta di Piattelli-Palmarini a Cavalli-Sforza. Doppi cognomi e doppi dibattiti. Repubblica e Corriere divisi da Darwin.

 

6 Risposte

  1. io vorrei solo ricordare che circa 10 anni fa lo scienziato Massimo Piattelli Palmarini era un pragmatico genetista che vedeva nel programma genetico incisa la nostra vita non lasciando alcuno spazio alla interattività ambientale e men che meno al caso. Che ben venga, comunque , una continua riflessione sulla evoluzione farà bene a tutti sopratutto a noi medici convinti di affrontare scientificamente un sistema complesso e non prevedibile quale è l’homo sapiens ( a questo proposito suggerisco il libro di Telmo Pievani ” homo sapiens ed altre catastrofi “.

  2. La risposta di Piattelli Palmarini sul Corriere di oggi è interessante e pacata in particolare per ciò che riguarda il linguaggio , aspetto che l’amico co-blogger Pier Garzia ci spieghi con più semplicità comne Piattelli – Palmarini interpreta lo sviluppo del linguaggio che sembra prescindere dalla evoluzione

  3. Era ora che qualcuno si svegliasse e prendesse in considerazione seria la nuova disciplina dell’epigenetica.

  4. L’approccio al problema evolutivo è estremamente interessante e in parte innovativo. Palmarini solleva una questione aperta per far riflettere tutti coloro che ricercano modelli scientifici evolutivi che possano spiegare in termini meccanicistici e naturalistici, ciò che gli attuali modelli evolutivi neo darwiniani non riescono a spiegare se non in parte.
    Ritengo che la versione imperante del neodarwinismo,quasi dogmatica di Dawkins sia putroppo figlia del fatto che non sia più tra noi il grande Steven J. Gould, e neppure Ernst Mayr che anche in età avanzata è stato capace di proporre riflessioni sull’evoluzione assolutamente moderne e critiche delle sue stesse posizioni.
    Mi sembra però che, affinchè si possa arrivare ad una nuova sintesi, su un livello superiore, si potrebbe dire quasi quadridimensionale, sia necessario integrare sia i meccanismi genetici, sia quelli epigenetici, tenere nel giusto conto la grande stabilità che i modelli naturali hanno, dovuti a vincoli di sviluppo imposti dalle leggi fisiche e chimiche che spesso esulano dalla selezione naturale.La selezione naturale è uno dei meccanismi con cui opera l’evoluzione, non l’unico ma neppure il meno importante, come vuole sostenere l’autore.
    Personalmente ritengo che il problema sia in parte semantico, in quanto basterebbe ridefinire in modo diverso e più mirato il concetto di selezione naturale.
    Il fatto che gli esseri viventi evolvano anche attraverso meccanismi diversi dalla selezione naturale, non implica assolutamente che l’affermazione degli stessi in termini evolutivi sia indipendente dall’adattamento all’ambiente, cioè che in ultima analisi non debbano sottostare al vaglio di una forma di selezione che ne decreti, la sopravvivenza ed il successo riproduttivo.
    Ancora una volta, si tende da parte della comunità scientifica, a voler dar maggior credito a quegli aspetti che si conoscono meglio e a delegittimare come non scientifici quelli di altre linee di ricerca. Esiste ancora uno iato tra chi si occupa di storia naturale ed ecologia e i “neontologi”. Finchè non verrà colmato, e potrà essere fatto solo con l’unione di tutti gli elementi euristici emergenti dalle varie discipline, non riusciremo ad avere un modello evolutivo che sia in grado di spiegare in termini più esaustivi l’evoluzione e la varietà dei viventi, nonchè capire la reale complessità dell’essere umano al fine di poter migliorare ulteriormente l’approccio diagnostico terapeutico in medicina.

  5. Ci sono stati molti grandi naturalisti prima di Darwin che erano persone molto erudite e che sapevano di più sulla natura della maggior parte di noi. Questi erano grandi naturalisti, gente ammirabile per la loro conoscenza delle scienze naturali considerata l’epoca storica. Ma questo era a cavallo del 18 ° secolo,….ciò che trovo incredibile è che ci siano persone che ancora oggi vogliono “pensare” in questo modo, sostanzialmente ignorando tutti i contributi che Darwin ha reso alla scienza. Non credo che sia il caso del libro di Palmarini che però ha scelto un titolo davvero irritante per venderlo e creare polemica più che per suggerire un approccio olistico più innovativo e utile sul tema dell’evoluzione. Suggerisco sull’argomento il libro di Greg Graffin “Anarchy Evolution: Faith, Science, and Bad Religion in a World Without God”.

  6. Vorrei proprio sapere dove ha sbagliato Darwin… La verita’ e’ che c’e’ stata una evoluzione in tutte le specie: piante, animali ed uomini e che per ognuna di queste specie vi sono individui piu’ adattati all’ambiente ed altri meno. E tutto questo e’ stato provato scientificamente. La verita’ e’ che nn siamo tutti uguali e sostenere questo fa molta paura.

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