Se usi lo smartphone come sensore affettivo, rischi il malumore. Se non addirittura la depressione. Lo abbiamo già capito da noi che controllare ossessivamente lo smartphone non fa bene. Questa sensazione personale viene confermata e rafforzata dalla ricerca NotiMind (usare le notifiche e risposte Smartphone come sensori affettivi) della britannica Nottingham Trent University. Cosa significa “sensori affettivi” è presto detto. Fare dipendere le nostre emozioni, sia positive che negative, dal riscontro che abbiamo da messaggi e notifiche via smartphone (o genericamente online). Come se lo smartphone fosse appunto un termometro, un rilevatore, un sensore appunto, del nostro umore. Mentre invece è ciò che può cambiarcelo, alterarcelo, positivamente o negativamente, l’umore. Ora, se questa attività è ridotta e limitata, il rischio è minimo. Ma se tutto il giorno stiamo incollati allo smartphone le cose cambiano. E non in meglio. La ricerca condotta su più di mezzo milione di notifiche, ha rilevato che il 32% di esse avevano provocato emozioni negative, con gli utenti che riferivano di sentirsi ostili, sconvolti, nervosi, impauriti o vergognosi. Soprattutto se le notifiche arrivavano a gruppi, senza accompagnamento di emoji (le faccine che esprimono l’umore). Innescando un comportamento di risposte a raffica, considerato dagli autori di questo studio potenzialmente “distruttivo” per l’umore.
Sui grandi utilizzatori, come rileva la ricerca NotiMind “mentre i telefoni cellulari e le notifiche per cellulari hanno migliorato la comodità della nostra vita, il loro uso ossessivo può avere un impatto negativo sulla salute mentale e il benessere”. La nota confortante, se vogliamo, è che nel campione analizzato la maggior parte delle notifiche che causavano l’umore negativo erano legate al lavoro, mentre le notifiche sociali avevano più probabilità di rendere allegra la gente. In ogni caso, buona regola è: non fare diventare il nostro smartphone un sensore affettivo. Non è lui (anzi alle vecchia maniera per gli oggetti inanimati: esso) a doverci condizionare le emozioni e a determinare il nostro umore della giornata. Come dite? Sembra facile? Infatti. Se commenterete negativamente questo post, mi farete del male. E non ci dormirete la notte per il senso di colpa.
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