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Diventare vegano per non essere diabetico? Non proprio


CeciliaInvittiOK“Hai il diabete? Diventa vegano”: con questo slogan la notizia è rimbalzata dall’agenzia di stampa Adnkronos Salute su molte testate online, soprattutto dedicate alle diete vegetariane e vegane. Ma anche sui portali di medicina e in quelli dedicati al diabete. Secondo tale notizia, la ASL di Milano inviterebbe i medici a suggerire ai loro pazienti affetti da diabete 2 nel seguire la dieta mediterranea ma, preferibilmente, quella vegetariana e, in particolare, quella vegana (escludendo quindi qualsiasi tipo di alimento di origine animale, compresi latticini o uova).

La notizia aveva il seguente, testuale attacco, ad effetto: «”Hai il diabete? Diventa vegano”. A breve questo potrebbe essere lo stralcio di una conversazione medico-paziente a Milano. Perché la nuova linea suggerita dall’Asl del capoluogo lombardo ai camici bianchi, sulla base degli ultimi studi in materia, è proprio quella di prescrivere una svolta alimentare a chi combatte con il diabete di tipo 2. Una svolta che porta all’addio alle carni. “Dieta vegana, oppure mediterranea correttamente impostata, attività fisica, cessazione dal fumo”. Ecco le prime ‘terapie’ da indicare ai pazienti, secondo quanto viene riportato in un documento “destinato a 1.100 medici di medicina generale della metropoli e a specialisti in forze negli ospedali”, spiega Alberto Donzelli, direttore del Servizio educazione all’appropriatezza dell’Asl di Milano, anima del progetto».

Abbiamo cercato di approfondire, sentendo Cecilia Invitti, endocrinologa, diabetologa, direttore del Dipartimento di riabilitazione endocrino-metabolica dell’Auxologico di Milano. Centro medico e di ricerca, l’Auxologico, tra l’altro citato tra quelli accreditati nel documento dell’Asl di Milano sul diabete (p-Pdta, percorso Preventivo Diagnostico Terapeutico Assistenziale del paziente affetto da diabete mellito di tipo 2).

Come si è giunti a suggerire una dieta vegana ai pazienti affetti da diabete 2?

Premetto che la notizia diffusa da Adnkronos Salute non è corretta in quanto le indicazioni nutrizionali riportate nelle linee guida sul diabete della ASL di Milano cui si riferisce l’articolo non promuovono la dieta vegana, ma consigliano la dieta mediterranea. Tanto è vero che i diabetologi che hanno collaborato alla stesura del Percorso Preventivo-Diagnostico-Terapeutico- Assistenziale (p-Pdta) del paziente affetto da diabete mellito di tipo 2 – Aggiornamento 2011/2012 stanno scrivendo alla ASL chiedendo di rettificare la notizia.

La dieta vegana (fortemente spinta da Donzelli che è vegano e che evidentemente ha rilasciato l’intervista dicendo cose che gli erano state contrastate dai diabetologi che non le condividevano) può attirare perché  non necessariamente ipocalorica.

Quali sono dunque gli alimenti indicati a livello internazionale per contrastare il diabete 2 e, in generale, l’infiammazione?

Gli studi per valutare l’effetto di diversi interventi dietetici (review su Weickert M O What dietary modification best improbe insulin sensitivity and why?) hanno dimostrato che solo la dieta mediterranea, il consumo di cereali insolubili ed il consumo di fibre riducono il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari, aumentano la sopravvivenza e riducono l’infiammazione. Al contrario le diete a basso contenuto di grassi totali o saturi o con aumento di grassi monoinsaturi o polinsaturi migliorano il profilo lipidico e la pressione arteriosa (monoinsaturi) e riducono le citochine infiammatorie, ma non influenzano il rischio di diabete.

Le diete povere di carboidrati non riducono il rischio di diabete nel breve termine (viene comunque raccomandato di non scendere sotto i 130 g/die per esigenze del cervello), quelle ad alto contenuto proteico  aumentano la sazietà e riducono il peso nel breve termine, ma esercitano effetti nocivi sulla sensibilità all’insulina ed il rischio di diabete. Perfino il beneficio sul rischio di diabete delle diete a basso indice glicemico è controverso, anche se riducono l’infiammazione.

In conclusione per il momento i consigli di una sana alimentazione sono sempre gli stessi. Dieta mediterranea, sostituendo i grassi saturi con i polinsaturi ed i monoinsaturi, limitando gli zuccheri semplici e aumentando il consumo di cereali.

Il lato positivo della dieta vegana (al di fuori di quelli filosofici) è che include la maggior parte dei cibi considerati più salutari  (mele e mandorle cardioprotettive, broccoli anti-cancro, mirtilli anti-declino cognitivo e protettori dei vasi, spinaci, patate dolci e germi di grano ricchi in antiossidanti, avocado costituiti da monoinsaturi e anti cancro della bocca, avena anticolesterolo e antidiabete, olio di pesce fa bene a cuore e cervello ed è anti-cancro della prostata) e questa dieta riduce lipidi, pressione arteriosa e cancro. Inoltre, non trovi un vegano grasso.

I vegani però lamentano frequentemente ansia, annebbiamento cerebrale, depressione, stanchezza, insonnia, neuropatie a causa di una dieta restrittiva che può indurre deficit nutrizionali. Il principale è il deficit di vit B12 che è presente solo nei prodotti animali. Senza vitamina B12 si sviluppano anemia megaloblastica e disturbi neurologici.  Se la dieta vegana è monotona e non include vari tipi di vegetali con diverso contenuto proteico, può verificarsi anche la carenza proteica. Spesso l’apporto di calcio dei vegani è inferiore al fabbisogno giornaliero con possibili rischi di fratture. Altrettanto vale per la vit D, in particolare per chi non si espone al sole. Al contario, i vegani non hanno deficit di ferro perché  la vitamina C aumenta l’assorbimento di ferro.

Fonti

Adnkronos Salute, Salute: Asl Milano a medici, prescrivete dieta vegana ai diabetici