Anche i fumetti si sono convertiti al “quantico”. Martin Mystère di questo mese pare fare intendere che un “cervello quantico” sia il prerequisito per indovinare le carte Zener (le vetuste carte usate per i vecchi esperimenti parapsicologici, oggi impiegate pure dai mentalisti per i loro trucchi illusionistici). Ma che significa “cervello quantico” riferito ai poteri ESP? Nulla di nulla. Il tentativo di spiegare l’inspiegato con l’indimostrato. Occam potrebbe prendervi a rasoiate.
Ma siccome l’aggettivo “quantico” ce lo troviamo ormai in ogni dove, a quando la “pizza quantica”, o un “menu quantico”, una “mutanda quantica”, un “ballo quantico”, una musicale “quantic band”? Scopro del resto ora che esiste una “Quantic Soul Orchestra” e pure la “Quantic Music”.
Per fortuna Alfredo Castelli, l’ideatore di Martin Mystère, nella sua consueta rubrica finale in cui spiega da dove derivano le idee della storia a fumetti, riguardo il “cervello quantico” dice: «Da questa ipotesi, non provata e al centro di forti controversie, sono scaturite visioni fantasiose secondo le quali il cervello può acquisire facoltà come quelle descritte nel fumetto, e magari persino la capacità di comprendere in un istante come funziona la fisica quantistica. Beh, forse stiamo esagerando!». Infatti. Per la cronaca: non esiste un solo, seppure misero, lavoro scientifico sul cosiddetto “cervello quantico”, né tantomeno sulla “medicina quantica” o “quantistica” che dir si voglia.
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