(Post a cura di Franco Zarattini, neurologo e psichiatra)
Cos’è la depressione sorridente?
La ricercatrice inglese Olivia Rennes dell’Università di Cambridge in Inghilterra ha pubblicato recentemente un articolo sulla rivista online “La Conversazione” sostenendo che questa forma di depressione è diversa in quei soggetti che non riescono al alzarsi dal letto dopo il risveglio del mattino provando ansia e disinteresse per la vita da quella di individui che continuano a sorridere, mantenere le amicizie e lavorare. In questa situazione è assai difficile comprendere o far capire agli altri di avere bisogno di aiuto perché quelli che ne soffrono, benché si sentano fragili, tristi e senza speranza, riescono a vivere normalmente riuscendo a nascondere un vissuto alquanto diverso da quello apparente: in sintesi allegri fuori e tristi dentro! Questa forma di depressione può iniziare presto nella vita e durare a lungo con una differenza dalle altre in quanto nei pazienti che ne soffrono il bisogno di dormire aumenta, mentre l’angoscia tende a crescere soprattutto di sera.
Notoriamente il sintomo cardine della depressione è l’umore depresso, caratterizzato da tristezza, pessimismo e disperazione. Alcuni pazienti si sentono incapaci di provare emozioni e talora riferiscono di essere sempre meno interessati ad attività di hobby (passatempo/divertimento) che praticavano abitualmente e di non trarre piacere da esperienze considerate in precedenza gratificanti. Ne consegue spesso l’insorgenza di condotte che portano ad una compromissione del funzionamento lavorativo e sociale. Inoltre non sono da trascurare la perdita di interessi (apatia) e piacere (anedonia) quasi sempre presente con intensità variabile.
La depressione sorridente si manifesta tra il 15 ed il 40 per cento dei soggetti depressi coinvolgendo maggiormente quelli con tratti di personalità rigidi in quanto rimuginano eccessivamente sul loro passato e sugli errori commessi; inoltre difficilmente riescono a superare situazioni imbarazzanti essendo ipersensibili alle critiche.
Questa forma di depressione è difficilmente individuabile perché compare in soggetti in grado di procedere attivamente nella propria vita, salvaguardando i propri interessi senza accorgersi della sua pericolosità per l’elevato rischio di suicidio che sottende. Apparire felici ed appagati, mentre si soffre profondamente dentro, distoglie questi individui dalla consapevolezza della propria condizione affettiva in flessione ritenendo erroneamente di non avere alcun disturbo depressivo di cui preoccuparsi, dato che sono capaci di sobbarcarsi la routine quotidiana. Riconoscere pertanto le proprie difficoltà li induce a temere di essere considerati deboli non escludendo sentimenti di colpa in assenza di motivi validi. Pensare dì rivolgersi ad uno specialista psichiatra potrebbe sembrare una scelta esagerata non volendo dare l’immagine di essere molto disturbati. La sofferenza interiore verrebbe soffocata evitando di parlarne anche con persone affidabili ed esibendo un’immagine di se stessi irrealistica.
Le terapie per la depressione sorridente
Bloccare la tendenza a ridimensionare i propri problemi non ritenendoli sufficientemente gravi aiuta questi soggetti a superare una fase assai negativa della propria esistenza, tanto da renderli finalmente consapevoli che è giunto il momento di prendersi cura di se stessi, accettando l’idea che non è sempre possibile aiutarsi da soli. Ne discende per questi individui che è ineludibile la decisione di rivolgersi a specialisti psichiatri pubblici o privati convinti che rimane un loro diritto essere ascoltati e curati. Assodato che la depressione è una malattia che sconvolge l’esistenza esponendola pure al serio rischio di sopprimerla essendo vissuta come insopportabilmente dolorosa, rimane altrettanto vero che si può guarirne con una presa in carico da uno specialista psichiatra, che stabilito un rapporto interpersonale empatico, potrà prescrivere una terapia farmacologica antidepressiva integrata da una psicoterapia mirata caso per caso.
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