In anni passati scrissi un servizio per un settimanale femminile, corredato da foto scientifiche originali, sul cervello femminile. Non vi erano ancora in corso molte ricerche né pubblicazioni sulle differenze di genere a livello cerebrale. In quegli anni ci fu chi riscontrò una maggiore e migliore connessione tra i due emisferi cerebrali del cervello femminile, grazie alle fibre nervose del corpo calloso che li collega. Da cui una ipotetica compresenza di maggiore scambio tra il cervello “intuitivo” e quello “razionale”.
Lo studio delle differenze tra il cervello maschile e femminile ha registrato un periodo di grande interesse negli scorsi anni, per poi rientrare con la sentenza: non vi sono sostanziali differenze tra i due cervelli. Se può essere vero, e in parte lo è, dal punto di vista anatomico, morfologico, rimangono ancora da approfondire le differenze funzionali. Come funzionano i due cervelli, maschile e femminile. A quali disturbi e malattie vanno incontro più frequentemente. Che dipendono, ad esempio, dal differente assetto endocrino tra maschi e femmine, dagli ormoni e dalla circolazione sanguigna. Un nuovo studio molto esteso su maschi e femmine (26.683 pazienti con condizioni psichiatriche e 119 sani) ha impiegato tecniche di visualizzazione cerebrale (neuroimaging funzionale), nello specifico la tecnica Spect (tomografica a emissione di singolo fotone).
Lo studio in questione mirava ad accertare se vi può essere una correlazione tra il maggiore flusso sanguigno, e quindi il maggiore apporto di ossigeno ai neuroni e a determinate aeree cerebrali nelle donne, il che può essere visto come un vantaggio in termini di migliore funzionalità cerebrale, ma forse pure come svantaggio nella predisposizione a malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson. Le aree in cui i cervelli delle donne si trovavano significativamente più attivi in termini di flusso sanguigno erano la corteccia prefrontale , che aiuta a controllare gli impulsi e mantenere l’attenzione e le parti limbiche o emotive del cervello, che gestiscono l’umore e l’ansia. Uno di quei lavori su cui molti giornalisti e media si butteranno a pesce, perché pare confermare molte osservazioni empiriche che ognuno di noi fa nella vita quotidiana, sul modo di funzionare delle teste maschili rispetto a quelle femminili. Sarebbe una conferma, anche semplicistica a ben vedere, di taglio apprentemente “scientifico”.
Resta solo da aggiungere che il ricercatore principale dello studio, firmatario del lavoro, è uno psichiatra dalla reputazione controversa: Daniel Amen. Uno di quei palestrati medici statunitensi, californiani, delle star e dei ricconi, con cliniche intestate a proprio nome, molto addentro ai meccanismi di marketing, che fanno un sacco di soldi pure con libri (pubblicati anche in italiano), programmi tv, corsi e conferenze, del genere “cambia la tua età e la tua vita col cervello”. Un guru della nuova e redditizia religione del corpo. Attendiamo dunque conferme o smentite a questo studio che, sulla carta, pare stimolante. Ma per potere dire Amen, dobbiamo attendere altro.
Nella foto della scansione: in rosso, il flusso sanguigno che risulterebbe aumentato nel cervello delle donne. Immagine diffusa, manco a dirlo, dalle “Amen Clinics”.
Amen DG, Trujillo M, Keator D, Taylor DV, Willeumier K, Meysami S, Raji CA, Gender-Based Cerebral Perfusion Differences in 46,034 Functional Neuroimaging Scans, Journal of Alzheimer’s Disease, 2017 Aug 4. doi: 10.3233/JAD-170432.
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