Ci stanno lavorando. Nel filone di quella che viene definita “brain-computer interface” (l’interfaccia cervello-sistemi informatici) si sta lavorando al progetto di microchip da impiantare direttamente nel cervello. In particolare, c’è un progetto dell’azienda elettronica americana Intel per trasformare gli impulsi elettrici del cervello in segnali radio che consentiranno di comunicare direttamente con apparecchiature elettroniche. Progetti da fantascienza, oggi. Ma realtà – più o meno cupa, a seconda dei punti di vista – domani.
Già oggi, vedere persone con minicuffia e microfono wireless a lato dell’orecchio, avvicina il momento in cui l’apparecchietto, dal timpano farà un saltino e, ancor più miniaturizzato, si piazzerà direttamente dentro la materia cerebrale. Pensate: si potrà telefonare, e soprattutto ricevere, senza fare il minimo movimento. E per gli sms? Direttamente nell’ippocampo. Da smistare poi verso la memoria a lungo termine e la neocorteccia, se è il caso. Incubo? Beh, un po’ sì.
Non per Andrew Chien, tra i responsabili del progetto Intel, che dice: “Vent’anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare che oggi si sarebbe andati in giro con computer portatili che usiamo tutto il giorno. Oggi invece appare la cosa più normale del mondo. Con questo voglio dire che l’essere umano si adatta molto facilmente ai cambiamenti. Queste ricerche avranno enorme sviluppo in futuro”.
Ben diverso, naturalmente, il discorso se parliamo di disabilità e, quindi, la possibilità di poter controllare direttamente, ad esempio, una sedia a rotelle (progetto sviluppato da Toyota). Oppure di soluzioni microelettroniche sperimentate di recente su non vedenti che abbiano preservato il nervo ottico. Insomma, la via verso un’umanità “potenziata” dalla miniaturizzazione elettronica è aperta. Secondo chi vi scorge l’aspetto oscuro, sarebbe l’ennesimo tentativo di metterci tutti quanti sotto controllo. In definitiva: un vero e prorio Grande Fratello alla Orwell. Secondo altri, un futuro da cyborg non farebbe che ampliare le nostre possibilità di umani. E destinarci a un radioso avvenire, post-umano.
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il microchip collegato all’ippocampo è quello che aspetto per la trasmissione del perfetto movimento del golf
Beh, a questo punto non mi resta che suggerirti il metodo “golf-brain” (www.golf-brain.com)!
come vecchia signora egoista, incosciente giro senza telefonino,senza computer; piacevole normalità. Sono gelosissima della della mia materia cerebrale,e sono sicura che non accetta corpi estranei. (è egoista) Andrebbe bene per il mio gatto che mi ha appena allungato una unghiata, lo bloccherebbe?
Ci provò 40 e più anni fa Josè Delgado, neurofisiologo dell’Università di Yale (poi tornato all’Università di Madrid, http://en.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Manuel_Rodriguez_Delgado). Prima sui tori e successivamente sui gatti (i neurofisiologi hanno, ahimé, lungamente sperimentato proprio sul cervello dei gatti). Gli esperimenti di “neurostimolazione” (brainchips) di Delgado sono oggi molto criticati (dall’animale teorizzava di giungere a controllare l’aggressività e il comportamento umani) stimolando a “distanza”, ad esempio l’amigdala, come fece inizialmente con i tori da corrida, data la sua origine ispanica, con emissione di segnali radio e ricevitori impiantati nel cervello. E’ bene che il suo micio mantenga il cervello libero da amennicoli informatici e continui a graffiare. Penso che, al di là della celia, concordi anche lei. Viceversa, ci si potrebbe procurare un gatto-robot docile e mansueto (http://www.youtube.com/watch?v=wf-LvB16QNE&NR=1&feature=fvwp) come diversi ne esistono ormai in commercio…ma…sarebbe ancora un gatto?
no!….. ORRBILE…. mi va bene cosi’ randagetto libero fannullone e acchiappalucertole, ogni tanto coccolone. Non è il caso di parlare di gaia scienza.Neurostimolazione per migliorare la nostra vita, per avere il controllo sugli altri, per paura di essere dominati……orribile comunque.
(per assurda associazione di idee ecco un parallelo col toxoplasma del prof.Soresi)
Una cosa che mi affascina (da profana) è il rapporto che la musica, alcune cadenze, toni hanno sul nostro “cervello”.La bellezza di un suono, quasi un’onda liquida luminosa paralizzante. C’è e non c’è altro.
(ho appena ascoltato la trasmissione – una notte all’opera- di Fazio- Mi sono lasciata influenzare!!!)
Concordo (sul micio). Musica e cervello è un tema che tratteremo senza meno. Anche col sostegno di quel grande esperto e studioso dell’argomento che è il nostro amico – già intervenuto in questo blog – Filippo Massara.
a proposito di musica e cervello mercoledi 9 dicembre su radio international dalle 14,15 alle 14,45 Filippo Massara ed io saremo intervistati su queesto argomento ed io accennerò agli studi fatti all’Università di Torino con musicoterapia ed amenorrea primaria e parlerò anche delle compilation fatte da Filippo per un mio paziente in coma che ne miglioravano sicuramente lo stato psichico attivando una diversa attenzione del paziente.
ascolterò con interesse e piacere!!! (una decina di anni fa ho seguito un mini-corso di misicoterapia tenuto da una giovane ragazza; tutto all’acqua di rose seguito da “curiosi”come me……..Però a pensarci bene si avvicinava piu’ ad una libera espressione di movimenti-vedi ginnastica dolce-suggerita e guidata dalla musica e da immagini proiettate sul muro della palestra. Molto CASERECCIO!)
…. una domanda non sono riuscita a trovare “RADIO INTERNATIONAL” se non quella dell’Emilia. Su quale frequenza è? (sto diventando troppo invadente lo so!, ma se possono darmi una risposta grazie)