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AI Scientist, l’era dello scienziato IA

L’avanzata delle intelligenze artificiali procede inarrestabile, grazie al supporto delle competenze e dell’addestramento umani. Ma ormai le IA hanno fatto il passaggio successivo: sono in grado di autoaddestrarsi e di autoapprendere.

Tanto che non si rischia di passare per apocalittici nel sostenre che quanti non si terranno al passo con gli ormai rapidissimi sviluppi delle IA nel volgere di pochi anni saranno professionalmente defunti o comunque sopravvivranno a malapena.

Del resto, da che mondo è mondo, è invalso il concetto dell’allievo che ha superato il maestro. Nel caso dei maestri umani e allieve IA tale concetto non può risultare maggiormente vero.

Un altro concetto, diffusosi soprattutto nell’era della tecnologia digitale, è quello della “killer application”, cioè la nuova applicazione tecnologica che surclassa e addirittura elimina dal mercato e dall’uso le applicazioni divenute rapidamente obsolete.

Ne sono un esempio le foto digitali nei confronti delle vecchie macchine fotografiche con i relativi procedimenti di sviluppo e stampa, le piattaforme di film e serie tv nei confronti delle catene di distribuzione prima di videocassette e in seguito di dvd, e potremmo citare altre decine di esempi noti a tutti.

Così sta accadendo e accadrà con l’impiego delle IA, con la differenza che non andrà a toccare soltanto oggetti di largo consumo, ma bensì le nostre stesse vite, in ogni aspetto, a partire da quello professionale.

Perché il fenomeno della killer application dovrebbe riguardare solo i mezzi e gli strumenti tecnologici? Accadrà anche tra umani e IA. Queste ultime saranno la killer application professionale in molti settori fin qui gestiti esclusivamente da umani, compresi quello scientifico e biomedico.  

Sakana AI all’assalto della ricerca scientifica

Parte dal Paese del Sol Levante, più esattamente da Tokyo, il primo assalto all’esclusività del ricercatore e dello scienziato umani, da parte della Sakana AI, società di ricerca e sviluppo tutta composta da giovani ricercatori, fondata da Ren Ito, imprenditore, investitore ed ex diplomatico giapponese.

Sakana AI oltre che da Ren Ito è stata co-fondata da Cong Lu, ricercatore di apprendimento automatico presso l’Università della British Columbia a Vancouver, Canada. Come dice lo stesso Cong Lu presentandosi attraverso la sua pagina online: “Sono interessato a sviluppare agenti autonomi che siano sicuri, curiosi e in grado di apprendere in modo aperto, in particolare grazie ai recenti progressi nei modelli di fondazione insieme al deep reinforcement learning”.

Il Deep Reinforcement Learning (DRL, apprendimento con rinforzo profondo) è l’associazione di due applicazioni dell’intelligenza artificiale: le reti neurali profonde e l’apprendimento per rinforzo. Tale associazione combina i vantaggi delle reti neurali basate sui dati e il processo decisionale intelligente, innescando un cambiamento evolutivo delle IA che va oltre i limiti precedenti.

Proprio da tali presupposti è nato il “primo scienziato” in grado di operare autonomamente o quasi, per ora, grazie alle IA. Conviene perciò tenere d’occhio Ren Ito e la sua Sakana AI perché è molto probabile che ne sentiremo parlare a lungo.

Oltre a Ren Ito e Cong Lu, Sakana AI è costituita da ricercatori e sviluppatori fuoriusciti da Google, tanto che all’epoca della costituzione della nuovo progetto imprenditoriale, giusto un anno fa, la testata online Tech Startups titolò: “I ricercatori di intelligenza artificiale hanno lasciato Google per lanciare Sakana AI, una startup di intelligenza artificiale generativa che sviluppa modelli di intelligenza artificiale adattabili basati sull’intelligenza naturale”.

Infine cosa significa “Sakana”? Gli appassionati di cucina giapponese hanno già orecchiato questo termine. Deriva dalla parola giapponese “sa-ka-na” che sta per pesce e simboleggia il concetto di “un banco di pesci che si riunisce a formare un’entità coerente da semplici regole”.

Ecco svelato l’arcano per il quale, se andrete a visitare la pagina di Sakana AI, troverete immagini di pesci meccanici che volteggiano nell’aria in ambienti e atmosfere steampunk.

Chi è Ren Ito

Ren Ito è il co-fondatore e chief operating officer (COO) di Sakana AI, azienda di ricerca e sviluppo con sede a Tokyo impegnata a creare un nuovo tipo di modello di intelligenza artificiale basata sull’intelligenza naturale.

Prima di Sakana, Ren Ito ha guidato l’espansione globale di Mercari, la prima start-up unicorno (cioè una nuova azienda il cui valore è superiore a un miliardo di dollari non  quotata in borsa) del Giappone. In qualità di CEO di Mercari Europe nel 2018 Ren Ito ha anche orchestrato con successo la sua offerta pubblica iniziale (IPO) da 6 miliardi di dollari.

Antecedentemente al settore tecnologico, Ren Ito è stato impegnato per 15 anni come diplomatico giapponese lavorando all’alleanza per la sicurezza con gli Stati Uniti. Ha negoziato un accordo di libero scambio con l’UE e ha rappresentato il Giappone nel consiglio della World Bank. Ren Ito è Senior Fellow presso la New York University Law School ed è il membro più giovane della Commissione trilaterale.

Sull’appartenenza di Ren Ito alla Commissione trilaterale, ovviamente, non pochi complottologi avranno da ricamarci sopra a piacimento. Se poi associamo questo con lo sviluppo delle IA “autonome”, il piatto complottista è bello che servito.

Il “primo scienziato IA” creato da Sakana AI

E arriviamo alla notizia di questi giorni e di queste ultime settimane: la Sakana AI di Ren Ito ha creato il primo scienziato IA che prende appunto il nome di “AI Scientist”. Cosa significa? AI Scientist è progettato per produrre autonomamente ricerche scientifiche, dall’idea iniziale alla relazione finale.

A detta di Sakana AI, AI Scientist è in grado di elaborare idee innovative, creare metodologie, condurre test e scrivere un rapporto. Il tutto per un costo di circa 15 dollari a documento.

Non so se ci rendiamo conto: se il grosso del lavoro routinario o di sgrezzatura può essere svolto per una cifra simile da AI Scientist, e ritornando al concetto di killer application, che fine faranno tutti i galoppini di ricerca universitaria, o di enti privati, dediti a questo tipo di attività professionale?

Sempre a detta di Sakana, il sistema può anche autoperfezionarsi, imparando dai propri report, sviluppando e migliorando le idee attraverso più report. Anche se, è corretto dirlo, nella sua fase iniziale, il sistema presenta limiti e sfide, come ha precisato la stessa Sakana AI, riferendosi all’implementazione errata di idee e di altri parametri tecnici e statistici.

Ma siamo in una fase iniziale, e programmi come questo apprendono in fretta, sono in grado tanto di autocorreggersi quanto di essere eterocorretti.

AI ​​Scientist ad esempio ha mostrato un comportamento “saggio”: ha cercato di aumentare le proprie possibilità di generare con successo un report modificando il proprio codice e i propri parametri, all’interno di procedure volte a prendersi più tempo invece di procedere più rapidamente.

Come scrive il giornalista scientifico Davide Castelvecchi su Nature di questa settimana, la rivista a cui collabora abitualmente, riguardo AI Scientist: «Finora l’output non è sconvolgente e il sistema può solo fare ricerca nel campo dell’apprendimento automatico. In particolare, AI Scientist non ha ciò che la maggior parte degli scienziati considererebbe la parte cruciale del fare scienza: la capacità di fare lavoro di laboratorio . “C’è ancora molto lavoro da fare, dall’intelligenza artificiale che fa un’ipotesi all’implementazione di ciò da parte di un robot scienziato”, afferma Gerbrand Ceder, scienziato dei materiali presso il Lawrence Berkeley National Laboratory e l’Università della California, Berkeley. Tuttavia, Ceder aggiunge: “Se si guarda al futuro, non ho dubbi che questa è la direzione in cui andrà gran parte della scienza”».

Ed è proprio questo il punto da considerare, come dicevo all’inizio, cioè in buona sostanza e in estrema sintesi: non saranno le IA a rubarci il lavoro, compreso quello in campo scientifico, ma saremo noi a consegnarglielo su un piatto d’argento se anziché capire come impiegare le IA a nostro vantaggio ci faremo surclassare dalla velocità e dalle capacità di lavoro delle IA, 365 giorni l’anno h24, senza alcun limite o problematica tipici degli umani.

Davide Castelvecchi, Researchers built an ‘AI Scientist’ — what can it do? The large language model does everything from reading the literature to writing and reviewing its own papers, but it has a limited range of applicability so far. Nature News, 30 August 2024.

Una Risposta

  1. Garzia

    Hai aperto il vaso di Pandora, mi limito a due commenti.

    Il primo è la legge universale GIGO, garbage in garbage out ovvero se ci metti dentro spazzatura ne viene fuori spazzatura, tipo Kamala Harris che bacia Trump per capirci, e questa è destinata ad essere l’applicazione prevalente, accanto a quelle che potrebbero essere invece applicazioni interessanti ma, attenzione, in domini LIMITATI e molto SPECIFICI (con questo tipo di strumenti).

    Il secondo non è mio ma è stato anticipato da un genio indimenticabile, Douglas Adams, nel suo Guida galattica per gli autostoppisti. Lo riporto qui di seguito perché tecnicamente “asfalta” le aspettative messianiche che dilagano sui media.

     “I due programmatori si diedero un’occhiata, stringendosi nelle spalle. Fook assunse un’aria di grande compostezza.

    – O Computer Pensiero Profondo – disse – il compito per il quale ti abbiamo progettato è questo. Vogliamo che tu ci dia la Risposta!

    – La Risposta? – disse Pensiero Profondo. – La Risposta a cosa? – Alla vita! – esclamò Fook.

    – All’Universo! – disse Lunkwill.

    – A tutto! – esclamarono all’unisono.

    Pensiero Profondo fece una pausa per riflettere. – Difficile – disse alla fine.

    – Ma ce la puoi fare?

    Il computer fece un’altra pausa significativa.

    – Sì – disse. – Ce la posso fare.

    – C’è una risposta? – chiese Fook col fiato sospeso.

    – Una risposta semplice? – puntualizzò Lunkwill.

    – Sì – disse Pensiero Profondo. – La Vita, l’Universo, e Tutto. Sì, c’è una risposta. Ma devo rifletterci su […] Ma mi ci vorrà un po’ di tempo per elaborare la risposta.

    Fook guardò con impazienza il suo orologio.

    – Quanto?

    – Sette milioni e mezzo di anni – rispose Pensiero Profondo.

    Lunkwill e Fook si guardarono increduli.

    Sette milioni e mezzo di anni…! – esclamarono all’unisono.

    Si – ribadì enfatico Pensiero Profondo. – Vi avevo detto che ci avrei dovuto riflettere su, no? E mi viene in mente che varare un programma come questo creerà per forza un’immensa pubblicità a tutto il campo della filosofia in generale. Tutti si faranno le loro teorie sulla possibile risposta che io darò alla fine, e chi meglio di voi filosofi potrà sfruttare a suo vantaggio il giro di fantastiliardi dei mass meda? Finché continuerete a beccarvi l’un l’altro e a lanciarvi reciproci insulti dalle pagine dei giornali ad alta tiratura, e finché avrete agenti abili, potete spassarvela senza fare un cacchio per tutta la vita. Cosa ne pensate?

    I due filosofi erano rimasti a bocca aperta.

    – Perdio – disse Majikthise. – Questo sì che si chiama avere testa! Ehi, Vroomfondel, perché non ci abbiamo pensato prima?

    – Non lo so – disse Vroomfondel, sgomento. – Forse i nostri cervelli sono troppo specializzati, Majikthise. Così dicendo, i due girarono i tacchi e uscirono dalla stanza, pregustando una vita molto più bella di quella che avessero mai osato sognare anche nei loro sogni più pazzi.

    ……………………………………………

    – O voi che aspettate all’ombra di Pensiero Profondo! – gridò l’uomo. – Onorevoli Discendenti di Vroomfondel e Majikthise, i più Grandi e più Veracemente Interessanti Pandit che l’Universo abbia mai conosciuto… Il Tempo dell’Attesa è finito!

    La folla esplose in grida di gioia, lanciando fischi e alzando bandiere e pennoni. Le strade più strette sembravano, tant’erano affollate, dei cento piedi rovesciati sul dorso che agitassero freneticamente in aria le zampe.

    – Sette milioni e mezzo di anni ha aspettato la nostra razza questo grande giorno, il Giorno della Speranza e dell’Illuminazione! – gridò l’allegro leader. – Il Giorno della Risposta!

    La folla entusiasta levò un coro di urrà.

    – Mai più – gridò l’uomo – mai più ci sveglieremo la mattina pensando Chi sono io? Qual è lo scopo della mia vita? Dal punto di vista cosmico ha veramente importanza se non mi alzo per andare a lavorare? Non avremo più questi problemi perché oggi finalmente sapremo una volta per tutte la chiara, semplice risposta a tutte le seccanti domande sulla Vita, l’Universo e Tutto!

    Ci furono alcuni attimi di ansiosa attesa, mentre i pannelli sul davanti della consolle si animavano a poco a poco. Le spie luminose si accesero e spensero, per poi stabilizzarsi. Dal canale di comunicazione provenne un basso e sommesso ronzio.

    – Buongiorno – disse finalmente Pensiero Profondo.

    – Ehm… Buongiorno, o Pensiero Profondo – disse nervoso Loonquawl. – Hai… ehm, cioè… – Una risposta per voi? – disse solenne Pensiero Profondo. – Sì. Ce l’ho.

    I due uomini rabbrividirono. La lunghissima attesa non era dunque stata vana.

    – C’è davvero una risposta? – sussurrò Phouchg.

    – C’è davvero una risposta – confermò Pensiero Profondo.

    – A Tutto? Alla grande Domanda sulla Vita, l’Universo e Tutto?

    – Sì.

    Sia Loonquawl sia Phouchg si erano preparati per tutta la vita a quel momento, erano stati selezionati fin dalla nascita come persone più adatte ad assistere a quel memorabile avvenimento, e tuttavia si ritrovarono a boccheggiare e a stare sulle spine come bambini eccitati.

    – E sei pronto a darci la Risposta? – disse ansioso Loonquawl.

    – Sì.

    – Adesso?

    – Adesso – disse Pensiero Profondo.

    I due s’umettarono le labbra.

    – Anche se penso che non vi piacerà – disse Pensiero Profondo.

    – Non importa! – disse Phouchg. – Dobbiamo saperla! Adesso!

    – Adesso? – chiese Pensiero Profondo.

    – Sì! Adesso…

    – Va bene – disse il computer, e tacque. I due uomini si misero a giocherellare con le dita. La tensione era insopportabile.

    – Non vi piacerà davvero – disse dopo un attimo Pensiero Profondo.

    – Diccela!

    – D’accordo – disse Pensiero Profondo. – La Risposta alla Grande Domanda…

    – Su..?

    – Sulla Vita, l’Universo e Tutto… – disse Pensiero Profondo.

    – Sì…?

    – È… – disse Pensiero Profondo, e fece una pausa.

    – Sì…?

    –È…

    – Sì…???

    – Quarantadue – disse Pensiero Profondo, con infinita calma e solennità.

    – Ho controllato con grande minuziosità – disse il computer – e questa è la risposta veramente definitiva. Credo che, se devo essere franco, il problema stia nel fatto che voi non avete mai realmente saputo quale fosse la domanda”.

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