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Ancora sul libero arbitrio: “Cosa ne penso da fisico”

(Post di Simone Zoia, fisico teorico dell’Università di Torino)

 

Sono personalmente d’accordo con l’affermazione che il libero arbitrio non esista, intendendo con “libero arbitrio” una forma di volontà/coscienza che trascenda le leggi della fisica e sia in grado di influenzare le nostre scelte.

Per quel che capisco, il fatto che la meccanica quantistica introduca un elemento di casualità intrinseco nelle leggi della fisica non ha alcuna conseguenza sulla conclusione che il libero arbitrio – inteso come sopra – non esista. Per quanto i fenomeni quantistici distruggano l’idea di determinismo in senso classico, essi sono per l’appunto casuali: possono introdurre un grado di impredicibilità negli eventi, ma non sono influenzati da alcuna forma di “volontà”. Un tale fenomeno, se mai esistesse, andrebbe oltre le leggi della fisica attualmente note. Ciò è estremamente improbabile, poiché tali leggi sono state confermate da un’infinità di osservazioni negli intervalli di energie e distanze rilevanti per la nostra vita quotidiana (inclusi i fenomeni neurologici). Anche se la nostra comprensione della natura potrebbe non essere definitiva, qualsiasi modifica alle attuali leggi avrebbe impatto solo a scale di energia incredibilmente elevate o distanze incredibilmente piccole (per fenomeni come i buchi neri o il Big Bang, per esempio). Le attuali leggi della fisica resterebbero validissime, anche se come approssimazioni, per tutti i fenomeni rilevanti per la nostra vita quotidiana.

Detto ciò, il concetto di “libero arbitrio” resta per me utile in due sensi.

Primo, come proprietà per descrivere il comportamento umano. E’ in pratica impossibile descrivere il comportamento umano in termini delle leggi fondamentali della fisica. Per esperienza personale le posso dire che è già sufficientemente difficile determinare il comportamento di una singola particella, figuriamoci un intero organismo! Se vogliamo descrivere il comportamento degli esseri umani è necessario ricorrere a proprietà emergenti. Il fisico/filosofo Sean Carrol esprime questo concetto con una metafora molto astuta: “il libero arbitrio è reale quanto il baseball”. Le regole del baseball non fanno parte delle leggi fondamentali della fisica e sarebbe praticamente impossibile spiegare una partita di baseball partendo dalle particelle subatomiche. Per questo, quando guardiamo una partita di baseball, facciamo ricorso alle regole del baseball e non a quelle del Modello Standard della fisica delle particelle. Allo stesso modo, per descrivere il comportamento di una persona occorre ricorrere a regole emergenti, come per esempio il libero arbitrio. Possiamo quindi vedere le persone come agenti razionali dotati di libero arbitrio non perché esse abbiano una libertà intrinseca che trascende le leggi della fisica, ma poiché tale descrizione funziona molto bene per spiegare il loro comportamento.

Secondo, il concetto di libero arbitrio è fondamentale per la società. Rinunciare a descrivere il comportamento delle persone in termini di libero arbitrio vorrebbe dire rinunciare al concetto di responsabilità. Considerare le persone come agenti razionali dotati di libero arbitrio non solo è una buona e semplice descrizione del loro comportamento, ma garantisce una migliore vita di comunità per tutti.

In conclusione, la mia posizione sul libero arbitrio è che non esista come fenomeno fisico, ma che sia un’utilissima proprietà emergente che consente una più semplice descrizione del comportamento umano e una migliore vita di comunità.

Una Risposta

  1. Ottime osservazioni. Concordo.

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