
Il cervello e il corpo hanno bisogno orari regolari
È ormai ampiamente dimostrata l’ “ipotesi della nonna”: mangiare fuori orario, consumare i pasti costantemente ad orari irregolari, negli adulti si traduce in rischio notevolmente aumentato di sindrome metabolica – che include problemi cardiovascolari e diabete – anche a distanza di decenni. Ma non solo il metabolismo risente degli orologi biologici. Legati ai ritmi circadiani sono sicuramente le attività dei polmoni, cuore, sistema nervoso. Malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson potrebbero essere correlate ai ritmi circadiani, il che spiegherebbe perché i sintomi spesso peggiorano al pomeriggio e alla sera. Altrettanto evidenti sono le modificazioni dei ritmi circadiani rispetto a disturbi psichiatrici come depressione e schizofrenia.
Queste conoscenze sempre più dettagliate sul funzionamento degli orologi biologici del nostro corpo, consente da una parte di adottare, a ragion veduta, stili di vita più salutari, ma anche di ottenere i maggiori benefici dalle terapie farmacologiche. John Hogenesch, farmacologo della University of Pennsylvania, nota ad esempio: «Uno dei disturbi più letali connessi al mondo degli orologi biologici, è l’asma notturna. Qualche anno fa la società Horizon Pharmaceuticals ha ottenuto l’approvazione per una formula a rilascio ritardato di prednisone, uno steroide che allevia i sintomi dell’asma».
In che orari assumere i farmaci?
Altre ricerche mostrano la maggiore efficacia di farmaci per controllare l’ipertensione se somministrati prima di andare a dormire, anziché al mattino. Addirittura con una efficacia, compreso il rischio di diabete, superiore del sessanta per cento. Siccome molti di questi farmaci hanno una emivita breve, sei ore o poco più, comprendere quale sia l’orario più adatto per assumerli nell’arco della giornata, può non soltanto avere effetti maggiori, ma pure maggiore risparmi per la spesa sanitaria pubblica e, ancora, potrebbero esserci molecole accantonate come inefficaci perché somministrate nel momento sbagliato. Infine, le conoscenze relative ai ritmi circadiani de nostro corpo potrebbero rendersi utili anche nella cura del cancro, dato che le malattie oncologiche le cellule cancerose diventano aritmiche. Ci potrebbe non soltanto essere un momento migliore della giornata per somministrare le terapie anticancro, ma pure un momento in cui esse determinano minore danno al resto del corpo.
Per approfondire:
Catherine de Lange, “Get in sync”, New Scientist 3069, 16 April 2016
Mentre dormi il tuo corpo ti cura
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