Nel libro Guarire con la nuova medicina integrata edito da Sperling & Kupfer nel dicembre 2012 e scritto in collaborazione con Pierangelo Garzia ed Edoardo Rosati avevamo affrontato in un capitolo la terapia con i peptidi spiegando come, con questi prodotti biologici, commercializzati in fiale da eseguirsi per via intramuscolare ogni tre settimane, il nostro Ulisse, ammalato di tumore della pleura, avesse ricevuto una impennata di salute ed assieme alla chemioembolizzazione, eseguita all’Istituto di radiologia dell’Ospedale Universitario di Francoforte, dal prof. Vogl, la malattia fosse andata in remissione quasi completa.
Successivamente, nello stesso capitolo, si riportava il caso di una ragazza, affetta da amenorrea primaria, conseguente ad una condizione clinica borderline di anoressia–bulimia ed intollerante alla terapia ormonale sostitutiva che, grazie ad una terapia personalizzata con peptidi, aveva, alla fine della cura peptidica, tollerato le terapie ormonali sviluppando anche flussi mestruali spontanei. Negli anni ’70 la frequenza media di articoli scientifici su queste sostanze era di uno all’anno, negli ultimi anni gli articoli scientifici su questi argomenti sono arrivati a circa 20 all’anno ed i farmaco-peptidici attualmente approvati sono circa 60 con un fatturato annuo di circa 13 miliardi di dollari. I peptidi stanno entrando in tutti i campi della medicina essendo molto duttili e attivi nella comunicazione cellulare.
Nessun altro tipo di molecola biologica offre uno spettro più ampio di quello dei peptidi + proteine. Queste sostanze inoltre non sono tossiche per l’organismo e non interferiscono negativamente con il sistema immunitario. Per molto tempo i peptidi sono stati relegati al trattamento dei tumori ormono dipendenti (tipico esempio è la sandostatina) , essendo inoltre molto costosi, con emivita molto breve e con nessuna possibilità di un trattamento orale. Già negli anni ’80 l’introduzione di rilascio a lunga durata di azione (LAR ) di peptidi come l’ormone della crescita e la somatostatina , incapsulati in polimeri biodegradabili che vengono somministrati in iniezioni mensili, ha permesso a queste sostanze di essere sfruttate maggiormente in clinica.
Con le nuove tecnologie inoltre si stanno abbassando i costi di produzione con l’immissione sul mercato di farmaci sempre più mirati ed a costi contenuti, anche se sempre molto elevati. Il costo è correlato al numero di aminoacidi collegati fra loro da un legame peptidico per cui farmaci con 30 aminoacidi risultano molto costosi anche se, essendo molto potenti, ne bastano dosi minime. Le prospettive sull’uso di questi farmaci in futuro allargheranno le indicazioni a molte malattie, in particolare per la cura di patologie come l’obesità e le sindromi metaboliche di tipo 2 ( diabete ) diventate quasi una pandemia nel mondo occidentale.
Ma che cosa sono esattamente i peptidi? Si tratta di molecole contenenti fra 2 e 50 aminoacidi legati fra di loro con legame peptidico. I due più importanti peptidi in commercio da oltre 50 anni sono il cortisone e l’insulina. Personalmente continuerò ad affidare alcuni miei pazienti alle cure del dr. Jan Sula con una procedura che prevede dapprima un esame di biologia molecolare e successivamente, sulla base dei risultati di questo esame, una terapia a base di peptidi prodotta specificatamente per la cura di quella determinata malattia.
L’ultimo caso, per cui ho inviato il sangue centrifugato al centro per le analisi di biologia molecolare della città di Praga, si riferisce ad una paziente di 93, anni affetta da PSAD, ossia sindrome orgasmica continua, nota anche come sindrome di Richardson. Sulla base della funzionalità dei recettori ormonali evidenziati dall’esame, verrà successivamente preparata una terapia specifica in grado di riattivare i recettori mal funzionanti e spegnere la sindrome da eccitazione sessuale continua (Estratto da: Industria Farmaceutica Internazionale, primavera 2012, Volume 4, edizione 2).
Filed under: peptidi | Tagged: Peptidi cura |
Rispondi